venerdì 30 settembre 2011

SALSA PER PESCI GRIGLIATI

Una salsa che accompagna pesci un po' grassi e crostacei, ha un profumo e un sapore particolari che li esalta.

3 pompelmi  - 50 g di zenzero fresco grattugiato - 40 g di olio - 1 cucchiaio di zucchero di canna scuro -  pepe rosa a piacere - sale pepe

Grattugiare la scorza di mezzo pompelmo, spremere il succo di tutti gli altri. Mettere tutti gli ingredienti, tranne l'olio, la scorza e il pepe, in un pentolino e far cuocere per 5 minuti a fuoco bassissimo. Aggiungere l'olio e il pepe fuori dal fuoco. Servire tiepido.

giovedì 29 settembre 2011

INSALATA DI AVOCADO CON GAMBERI

In Brasile gli avocado sono buonissimi, non ho trovato altro paese dove fossero così squisiti. Il connubio gamberi avocado è un classico e in questa ricetta si armonizzano in note leggere, solo 166 calorie a testa. Super Light. Magnifique. 


300 g di gamberi puliti - 50 g di soncino - 1 avocado - 1 cucchiaio di olio evo - mezzo cucchiaino di succo di lime - sale pepe

Scottare i gamberi per un paio di minuti in acqua bollente salata. Sgocciolarli e asciugarli. Pulire il soncino, asciugarlo. Preparare la citronette con sale, pape, lime e olio. Pulire l'avocado e tagliarlo a fettine nel senso della larghezza, mettere nell'insalatiera insieme ai gamberi e al soncino. Irrorare con la citronette. Mescolare gli ingredienti e servire.

mercoledì 28 settembre 2011

TROFIE CON ACCIUGHE, POMODORINI E CAPPERI

Dei bolinhos di peixe avete già la ricetta, la trovate nel blog. Oggi vi regalo la mia pasta col pesce preferita. Non è made in Brasil, ma la facevo spesso quando vivevo lì, ma al posto delle acciughe usavo le sardine atlantiche, fantastiche. Un bel ricordo. 


400 g di trofie fresche - 250 g di acciughe fresche pulite - una decina di pomodori datterini tagliati a metà - un cucchiaio di capperi sotto sale - tre acciughe sotto sale - uno spicchio d'aglio - peperoncino - vino bianco - prezzemolo - olio evo - bottarga di muggine (facoltativa)

Dissalare le acciughe sotto l'acqua corrente. Sciacquare il capperi e lasciarli in un bicchiere con acqua fresca per un quarto d'ora. Portare ad ebollizione abbondante acqua salata. Mettere l'aglio in una padella grande con due cucchiai di olio far dorare e poi toglierlo, far sciogliere le acciughe dissalate, aggiungere il peperoncino, i pomodorini e far cuocere un istante. Unire le acciughe fresche, pulite e spinate, sfumare con tre cucchiai di vino bianco, i capperi. Scolare le trofie al dente, metterle nella padella insieme alle acciughe, terminare la cottura, se il sugo risultasse troppo asciutto aggiungere qualche cucchiaio di acqua di cottura.  Spolverare col prezzemolo, dare un giro d'olio e, se la usate, unire la bottarga grattugiata. Servire.
per quattro persone


martedì 27 settembre 2011

CENA PER DUE


La baia è grande, contornata da palme da cocco, sabbia e case basse, devono essere più basse delle palme, diceva la legge locale. L'oceano è tranquillo e la risacca fa da sottofondo musicale al tramonto. Niente tramonto rosso, un semplice, lineare sole che cala lentamente dietro alla punta che chiude la baia. I colibrì sono già andati a riposare, ma i gechi non si sono ancora svegliati. E' quell'attimo che precede la notte, nel quale si sentono solo gli uccelli acquatici che chiudono l'ufficio e vanno a mettere la testa sotto l'ala, per riposare un po'.
Un classico degli innamorati, la passeggiata sulla spiaggia al calar del sole. Un passo dietro l'altro, mano nella mano, in silenzio per godere del momento, per assaporare l'atmosfera, per veder brillare la prima stella della sera. Cammina, cammina  in lontananza una chiesetta sulla spiaggia battuta dalle onde, spuma leggera come pizzo di Bruges, gli ultimi raggi di sole che illuminano minuscole casette bianche, semplici e un po' stropicciate. La vegetazione di quel verde impossibile che si trova solo in Brasile, il faro bianco, la casa coloniale. Una cartolina. Una cartolina romantica che ti fa pensare, ecco io mi fermo qui, distendo il mio corpo sulla sabbia e guardo il cielo. La notte, ancora blu prima di diventare inchiostro. Ancora due passi per stradine sterrate e sabbiose, intorno ad un delizioso nulla da villaggio di pescatori che hanno tirato su le reti o stanno percalarle nella caccia notturna. Una casa, forse chiamarla casa è troppo, quattro mattoni tirati su alla bell'è meglio, appena spruzzati di intonaco e dipinti di bianco, una finestra grande e due piccole, una porta sorridente con la candida tenda di pizzo che svolazza nel crepuscolo. Appena fuori dall'uscio, appoggiato sulla sabbia, un tavolo,  in realtà quattro assi lavorate dal mare inchiodate insieme, lavorate col fil di ferro e due sgabelli passati anche loro tra i flutti. Un bambino, forse di dieci anni, fa cenno di sedersi sugli sgabelli edice che lì si può mangiare. Anche gli innamorati mangiano, scambiandosi uno sguardo di intesa si siedono. In mezzo al tavolo un vaso grande da marmellata, dentro una candela, quattro conchiglie, semi di cotone e un paio di fiori appena tagliati dall'albero davanti alla casa. Il bambino tutto compito elenca il menu del giorno. Pesce, il papà è pescatore. Bolinhos de Peixe com molho de limao, robalo grigliato com arroz e, sobremesa: manga. Crocchette di pesce, branzino grigliato con riso, dessert: mango. D'accordo. Arriva l'antipasto, due enormi bolihos de peixe, ma proprio grandi, da immergere dentro una salsina piccante, ma proprio piccante. Un bel branzino grande come una balena cotto alla perferzione il riso con qualche verdura d'accompagnamento e anacardi tostati, da mangiare su piatti spaiati. La birra da bere alla canna, bella gelata, che va giù fresca, fresca nel clima tropicale. Il mango, ecco, il mango, niente piatto, niente forchetta, niente coltello. Il mango è tagliato a metà, come lo mangiamo chiedono gli innamorati. Il bambino fa un gesto inequivocabile. I due si applicano: portano alla bocca il mezzo mango e cominciano a dare morsi alla polla arancione, staccandola dalla buccia, il succo che cola lungo il mento.  Il conto lo porta la mamma, la cuoca, arriva a piedi nudi con il grembiule e sorride porgendolo. Pochi spiccioli passano di mano.

P.S. Sei anni dopo la casa era di due piani, il ristorante aveva quaranta coperti e la cuoca indossava scarpe col tacco. Il bambino continuava ad invitare la gente a mangiare e a servire ai tavoli. Era un bellissimo adolescente.

lunedì 26 settembre 2011

PROSSIMAMENTE

La prossima settimana ceneremo in un luogo insolito, problemi tecnici e di vita permettendo.

sabato 24 settembre 2011

CREME CARAMEL


Conosciuto anche come Latte Portoghese o Latte in piedi, oggi propongo il classico dei classici, un dolce che ricorda l'infanzia e i sapori dolci che ti coccolano i sensi  e lo spirito. E' un piacere quasi sensuale affondare un cucchiaio dentro alla morbida crema, portarla alle labbra e sentire il suo sapore di vaniglia e caramello.

Per la crema:
450 ml di latte fresco -  250 ml di panna fresca - 4 uova - 100 gr di zucchero - una stecca di vaniglia

Per il caramello:
200 gr di zucchero - acqua

Far fondere lo zucchero con due cucchiai di acqua su fuoco basso fino ad ottenere un caramello biondo scuro. Facendo molta attenzione, versare il caramello negli stampini appositi e rivestirli completamente.
Preparare la crema mettendo in una casseruola la panna, il latte, la stecca di vaniglia aperta a metà nel senso della lunghezza e far scaldare a fuoco basso senza raggiungere il bollore. Far riposare una mezz'ora lasciando in infusione la vaniglia. Terminato questo tempo, togliere la stecca e versare il latte a filo sulle uova sbattute con lo zucchero. Versare negli stampini.
Mettere in gli stampini immersi per 2/3 dentro una pirofila o una teglia con acqua bollente. Far cuocere a bagnomaria nel forno, precendentemente scaldato a 180 gradi,  per circa 40 minuti.

P. S. se si formano delle bolle dentro la crema è perché il forno  e il bagnomaria erano troppo caldi. La prossima volta state attenti ed abbassate la temperatura... ;-)

venerdì 23 settembre 2011

SPAGHETTI CON LE COZZE E LE ERBE AROMATICHE


Questo è un piatto che mi ha regalato un'amica spagnola, ma diciamo la verità potrebbe essere italianissimo. Io lo vedo bene sia nella zona di Taranto che nella zona di La Spezia, dove le cozze sono buone ed abbondanti. Naturalmente, scegliete sempre cozze italiane... vabbè, io ho un debole anche per quelle belghe, ma questa è una storia che vi racconterò più in là.  

350 grammi di spaghetti - 1 chilo di cozze - 2 pomodori di medie dimensioni - mezza cipolla rossa tritata  1 spicchio d'aglio - 1 piccolo mazzetto di prezzemolo - 1 piccolo mazzetto di basilico - una decina di steli di erba cipollina - qualche rametto di menta - un pezzetto piccolo di peperoncino piccante - olio evo - sale pepe

In un pentolino portare ad ebollizione dell'acqua, tuffarci i pomodori per trenta secondi, scolarli e passarli sotto l'acqua gelata. Tagliarli a dadini. Far aprire le cozze in una grande pentola e sgusciarle quasi tutte lasciandone solo alcune per la decorazione. Tenere da parte un po' di liquido di cottura. Tritare il prezzemolo, il basilico, la menta e tagliare l'erba cipollina. In una padella grande far soffriggere la cipolla, l'aglio e il peperoncino con due cucchiai di olio, aggiungere le cozze e un po' di liquido di cottura, cuocere giusto il tempo dell'ebollizione, aggiungere il pomodoro. Cuocere due minuti, aggiustare di sale. Aggiungere tutte le erbe e la pasta scolata al dente. Far saltare aggiungendo un filo d'olio e servire subito.

P.S. Se volete potete sostituire gli spaghetti con pasta tipo orecchiette o cavatelli. Io lo faccio spesso, preferisco la pasta corta a quella lunga e, se il sugo lo permette, la sostituisco.

giovedì 22 settembre 2011

SALMONE CON FAGIOLINI, MIELE E SOYA


Una ricetta molto sfiziosa che sa di esotico senza esagerare con le calorie. Chi non amasse il peperone può non metterlo o sostituirlo con una verdura di suo gradimento, sempre grigliata e non troppo acquosa. 

2 tranci di salmone - 1 peperone rosse grigliato senza pelle - 1 grosso pugno di fagiolini bolliti al dente - 2 cucchiai di salsa di soya - 1 cucchiaio di miele millefiori - semi di sesamo - zenzero fresco o in polvere 
Mescolare la soya con il miele e un cucchiaino di zenzero in polvere (grattugiare quello fresco e usarne un cucchiaio).  Tagliare il peperone a listelli sottili. Mettere il salmone nella carta forno, pepare, aggiungere le verdure e uno o due cucchiai di salsa di soya per ogni cartoccio. Spolverare con i semi di sesamo, chiudere bene il cartoccio e passare in forno a 180° per 15/20 minuti. Servire caldo. 
per due persone 

mercoledì 21 settembre 2011

A PARIGI CI SONO LE API


Jardin du Luxemburg 

Questa volta non è ricordo o un'avventura ad aprire la settimana. No, sarà una storia di oggi, ambientata a Parigi.
Parigi è sempre stata una metropoli particolare, forse perché è divisa in Arrondissements, 20 per l'esattezza, disposti a choicciola, e ognuno di questi ha la sua personalità, la sua storia, il suo carattere. Questo rende Parigi una città fatta di mille paesi che si intersecano l'un l'altro, che molto spesso non si incontrano mai.  E' una città verde, quanto Londra o forse di più. Ci sono giardini, parchi e alberi ovunque; si respira la natura eppure intorno ci sono arte, cemento, cultura, macchine, inquinamento, come ogni metropoli del mondo. In mezzo al Marais c'è un giardino bellissimo, con alberi e panchine, poco distante un altro giardino è il cuore di un palazzo; dall'altra parte del fiume c'è il Jardin du Luxemburg, nel V arrondissement, e poco lontano il Jardin des Plantes; dalla stessa parte, verso la periferia, c'è il Bois de Vincennes; più in là ancora, spostato rispetto al centro, lo scicchissimo Bois de Boulogne e poi ci sono i giardini sui tetti. Verdi oasi tranquille, per lo più private, alcune appartengono ad alberghi molto "su", dove cinguettano gli uccelli e fioriscono fiori rari; e su quegli stessi tetti ci sono le arnie. Le arnie per coltivare il miele da mettere in eleganti barattoli come fa la Louis Vuitton con quello delle poche api che svolazzano sul suo tetto. Fashion victims non cercatelo, non è in vendita. Sono molte le arnie che popolano la città, sono parecchi gli apicoltori da diporto che le allevano e mettono il loro miele in barattolo. Si mormora siano quattrocento, le arnie s'intende. Le api crescono bene a Parigi, è inquinata ma non esiste l'insetticida, il loro nemico numero uno in campagna, fa caldo tutto l'anno perché ci si può nascondere nei camini e nelle fessure delle case e ci sono infinite varità di fiori. Si trovano colonie di api al cimitero Père Lachaise e poco lontano dal Jardin des Tuileries ci sono le arnie di un fortunato apicultore. C'è un miele in barattolo che si chiama Miel Béton (cemento) e un millefiori di un piccolissimo produttore che ha il colore leggermente verde per via dei tigli, il marchio di fabbrica di Parigi. C'è stato addirittura un miele prodotto nel pieno centro della città messo in barattolo per la cattedrale dei gourmet: Fauchon. Certo, chi cresce le api lo fa solo per puro piacere, non ci si guadagna da vivere con una decina di arnie (per essere a posto economicamente ce ne vogliono almeno 1000), ma intanto a Parigi cresce il miele. E' bello pensare che in una metropoli un pubblicitario coltivi l'hobby dell'apicultura e che un designer parli con le sue api, la rende più umana. Parigi è sempre stata considerata romantica perché si pensa sia la città degli innamorati, ma forse è romantica perché coltiva i suoi fiori. Cosa c'è di più romantico di un fiore e dell'ape che lo impollina?

CAMEMBERT CON MIELE E NOCI 

1 camembert maturo - 4 cucchiai di miele di lavanda - 10 gherigli di noce

Mettere il formaggio su un piatto di portata, irrorarlo col miele e disporre le noci. Servire con pane tostato, meglio se casereccio.
per 4 persone

P.S. Non poteva che esserci il camembert, formaggio francese che più francese non si può. Oggi roba facile, eh? 
Per la ricetta ho tratto ispirazione dal libro "Fashion Food" di Csaba dalla Zorza. 

martedì 20 settembre 2011

PROSSIMAMENTE BIS

Un po' di problemi mi tengono lontana dal blog, domani ripubblicherò un vecchio racconto tanto per non lasciarvi senza nulla da leggere. A presto.

sabato 17 settembre 2011

YOGURT PERE E CIOCCOLATO

Non esistono dolci light, checché vi venga raccontato dal mondo delle diete. Per dimagrire o disintossicarsi bisogna proprio rinunciare ai dolci, magari assaggiando ogni tanto un pezzettino di crostata o di dolce preferito per non avere crisi di astinenza. Non vi venga nemmeno in mente di sostituire lo zucchero col dolcificante, disperato ed inutile tentativo di un "looks like", sembra, un dolce, per altro anche non proprio sano. Mangiate qualcosa che gli assomigli ad un dolce, non troppo punitivo però.

1 yogurt magro di ottima qualità - mezza pera tagliata a dadini - mezzo quadratino di cioccolata fondente

Versare lo yogurt in una coppetta, aggiungere la pera tagliata a dadini mescolare bene, con una grattugia a fori medi  (da preferire le Microplane, sono fantastiche ed esistono di tutte le dimensioni, nel senso dei buchi)  grattugiare il cioccolato sopra il composto pera yogurt. Servire.
per una persona

P.S. Lo so, i dolci sono un'altra cosa, ma questo è decisamente consolatorio nei periodi di dieta. Molto presto vi darò la ricetta originale, quella dalla quale è partita la versione light, in tutta la sua grassezza e goduriosità. 

venerdì 16 settembre 2011

CAROTE AL LIMONE LIGHT

Un piatto della mia amica Mara, che cucina super salutare, ma saporitissimo. Vanno benissimo per questa settimana light e detox. Naturalmente, Mara raccomanda l'uso di ingredienti biologici.

8 carote - 2 limoni - 100 g di yogurt greco - 3 rametti di rosmarino - 1 cucchiaio di  olio - 1 pizzico di zafferano - erba cipollina - sale e pepe

Lavare e pelare le carote, metterle in una teglia una vicina all'altra. Con un pela patate sbucciare il limone avendo l'accortezza di non includere la parte bianca, tagliare a julienne, distribuire sulle carote. Spremere il limone. Aggiungere il ciuffetti di rosmarino, irrorare con l'olio e il succo di limone, salare e pepare. Cuocere per 25 minuti circa, dipende dalla dimensione delle carote, girando a metà cottura. Mescolare lo yogurt con lo zafferano, aggiungere l'erba cipollina tagliuzzata. Togliere le carote dal forno e servirle con la salsa.
per 2 persone. 



giovedì 15 settembre 2011

ORECCHIETTE LIGHT CON ZUCCHINE E CURRY

Io non sono capace di rinunciare alla pasta, è un sacrificio troppo grosso,  e visto che dicono che le calorie della pasta dipendono dal sugo,  ho inventato questo piatto ultra light.

75 g di orecchiette - 2 zucchine - mezza cipolla - 2 cucchiaini da caffè di curry di buona qualità - 2 cucchiai di mentuccia o basilico tritati - 1 cucchiaino di olio

Portare ad ebollizione abbondante acqua, aggiungere il sale e le orecchiette. A metà cottura delle orecchiette aggiungere le zucchine tagliate a rondelline e la cipolla affettata. In un piatto mettere l'olio, il curry e la mentuccia, aggiungere un cucchiaio di acqua di cottura della pasta mescolare bene, salare poco.  Scolare la pasta e versare nel piatto mescolare bene e servire.
per una persona 

P.S.  La stessa ricetta si può fare con altri tipi di verdure come i broccoli o il cavolfiore. 

mercoledì 14 settembre 2011

PATATE E BROCCOLI CON ALGA KOMBU

L'alga kombu è un ottimo aiuto per eliminare le tossine, per combattere la ritenzione idrica e ha poteri rimineralizzanti. E' un concentrato di oligominerali e iodio, quest'ultimo necessario per il funzionamento della tiroide e difficile da trovare negli alimenti del nostro quotidiano. Per ottenere ottimi risultati ne basta pochissima, non buttate via l'acqua nella quale la fate ammorbidire bevetela come un the e avrete immediatamente a disposizione le sue proprietà. 


500 g di patate - 300 g di broccoli - 10 cm di alga kombu - 1 spicchio d'aglio - 1 cipolla rossa tritata - 50 g di pinoli - un piccolo mazzetto di erba cipollina - 3 cucchiai di olio - sale pepe

Far ammorbidire l'alga in acqua fredda per 10 minuti. Farla cuocere per 15 minuti in acqua appena calda. Scolarla e tagliarla a striscioline. Far cuocere a vapore le cimette dei broccoli per 15 minuti. Le patate, lavate, pulite dovranno cuocere per 10 minuti dall'ebollizione in acqua. Scolarle, pelarle e tagliarle a tocchetti. Mettere in una padella la cipolla e l'aglio con l'olio unire l'alga e i pinoli precedentemente tostati a secco. Far dorare per 5 minuti muovendo sovente. Aggiungere le patate e i broccoli, salare e pepare, cuocere ancora 5 minuti e servire.
per 4 persone 


martedì 13 settembre 2011

INSALATA DI QUINOA, ZUCCHINE E FETA

Un'insalata light, che soddisfa il bisogno di carboidrati e proteine senza appesantire. Ideale quando si è a dieta si può eliminare o  sostituire la feta con del formaggio light... non avrà lo stesso sapore. 

100 g di quinoa - 2 zucchine possibilmente trombette - 75 g di feta - 5 pomodori datterini - 30 g pistacchi -  menta a piacere - erba cipollina a piacere - 2 cucchiai di olio evo - 1 cucchiaio di aceto di lamponi - sale pepe

Tagliare le zucchine in dadini piccolissimi. Lavare la quinoa e cuocerla in acqua bollente e salata per un quarto d'ora, aggiungere le zucchine e cuocere per tre minuti. Scolare e mettere in un'insalatiera. Tagliare i pomodori e la feta a dadini. Tritare grossolanamente i pistacchi. Tritare le erbe. Unire il tutto all'insalata. Salare pepare, versare l'olio e l'aceto, mescolare. Servire freddo.
per due persone

P.S. Si possono aggiungere anche dei dadini di papaya o mango disidratati. 

lunedì 12 settembre 2011

GRASSO CHE COLA A PARCO SEMPIONE

La torre Branca a Parco Sempione al tramonto. 
Mattina presto, il sole è sorto e tutto va bene, la mia ciccia no. Da quando sono rientrata dalle vacanze strabordo dai pantaloni, un po' di qua, un po' di là, ci sono rotolini liberi di mostrarsi in tutta la loro sfacciata opulenza. Ho l'abitudine di correre, ma temo che quello che faccio non basti. Bisognerà stringere la cinghia ed iniziare un dieta: acqua, the verde e niente cibo, come fossi un carcerato medievale. Qualcuno di voi si ritrova in questa immagine? Sì, Sì vi vedo al di là dello schermo che guardate il rotolino lì sul fianco, impertinente ed arrogante che vi dice: io son qui per farti compagnia. Come se fosse necessario, meglio la solitudine in certi casi. Dieta da carcerato medievale, dicevo. Mentre ci penso, corro.
Fa un caldo surreale a Milano, mai visto un caldo così a settembre. Ottimista come sono penso che così si detossina meglio, sembra di stare nella sauna molto lontana dalla Finlandia. Corro e penso, penso e corro. Faccio della filosofia spicciola accelerata. Mi piace il rumore dei miei piedi che battono ritmicamente sul selciato. Un impercettibile scricchiolio mentre il primo piede poggia elastico sulla terra battuta umida della mattina, segue subito dopo il secondo ad assecondare il movimento della corsa. Il respiro ancora leggero da inizio corsa. Vedo i bambini che attraversano i giardini,  portano le cartelle vuote e leggere, mica come me,  del primo giorno di scuola. Un papà in completo blu sorride, forse pensa al suo primo giorno di scuola tanti anni fa. Forse alla giornata tranquilla che passerà lontano dall'ufficio insieme alla moglie. Un'opzione poco milanese, ma affascinante. Macchine ferme in seconda e terza fila davanti alla scuola, rumore e vociare alto. Proseguo, attraverso la strada e mi trovo sul ponte della ferrovia. Il traffico è aumentato rispetto a venerdì, sono proprio tutti rientrati dalle vacanze. Milano torna ad essere quella di sempre, rumorosa, trafficata, un po' maleducata. Al parco tutto è diverso, tra i sentieri di terra battuta, il verde, il laghetto con le anatre. Dove vanno le anatre di Parco Sempione d'inverno? Ozio nella domanda singeriana. Intanto il fiato si fa più pesante, il primo rivolo di sudore scende lungo la spina dorsale. Mi fa il solletico. Due poliziotti a cavallo vengono verso di  me. I cavalli sono tranquilli, si muovono senza fretta, il manto rossiccio lucido come una pralina di cioccolato,  uno dei due ha una stella bianca in mezzo alla fronte. Belli, snelli, in forma. Non mi assomigliano. Accelero passo oltre, profumano di citronella e geranio. Il sudore comincia a scendere dalla fronte, passa le sopracciglia e mi fa bruciare gli occhi. Immagino che sia il grasso che cola via, in tanti rivoletti, lasciandomi più snella. Il sole è basso, come deve essere a settembre, ma fa caldo come solo a luglio. Discesa, salita, salita, discesa, salita. Tre volte e poi il grande schermo del Milano Film Festival davanti al Castello Sforzesco. Chissà che film ci sarà stasera, penso mentre attraverso lo spazio con le sedie e respiro la cultura, col fiato corto. Un passo dietro l'altro, l'Arena. Camminata veloce, incrocio una ragazzina che corre ascoltando musica nelle cuffie, una signora di almeno cent'anni che cammina, un senzatetto che dorme sulla panchina dura, un papà giovane, grande e grosso, stringe la mano ad una bimba minuscola, una nonna con nipotino di pochi mesi legge sulla panchina al sole. Salita, circumnavigo il monumento al piccolo trotto. Ma che monumento c'è di fronte alla libreria di Parco Sempione? Ci passo intorno tre o quattro volte alla settimana  e non ho la più pallida idea di che cosa rappresenti. La prossima volta ci guardo. Oggi lasciamo stare. Esco dal parco, l'asfalto non è ancora caldo, il mercato è in corso e tutti fanno a botte per un parcheggio. Corro, corro verso l'Arco della Pace, ci giro attorno. Torno indietro, salita, discesa il ponte della ferrovia, i giardini, i bambini sono tutti entrati a scuola, le macchine in doppia, terza fila sono sparite, il vociare finito. E' tornata la tranquillità. Quaratacinque minuti. Sono sudata, il grasso scivola ovunque sul mio corpo sotto forma di sudore. Magari. Sono contenta, sorrido. Chi l'ha detto che Milano non è romantica la mattina presto mentre corri, ci sono i cavalli che profumano di citronella.

DETOX


Inizia una settimana di dieta disintossicante, da oggi The Verde un litro, Acqua e limone un bicchiere. Riso e zucchine bollite, pesce al vapore insalata. Meglio di un carcerato medievale, no?

domenica 11 settembre 2011

UNDICI SETTEMBRE DIECI ANNI

Era una mattina tersa di inizio primavera a San Paolo del Brasile. Quel giorno mi ero svegliata molto presto perché dovevo andare al presidio sanitario dell'aeroporto di Congonhas a fare la vaccinazione contro la febbre gialla. Il traffico era come al solito caotico. Alle sette e mezza sono entrata nella sala d'attesa dell'ambulatorio, ho atteso e, molto probabilmente, mentre leggevo un articolo sui pericoli della dengue il primo aereo entrava nella prima torre. Sono uscita e sono salita sul taxi è subito partito un "breaking news" da New York, ricordo nettamente il commento mio e del taxista: non è possibile, come lo sbarco degli alieni di Orson Welles e abbiamo quasi sorriso. Eravamo bloccati nel traffico quando il secondo aereo è entrato nella seconda torre. La prima torre è crollata subito dopo. Sono scesa dal taxi e il nostro stile di vita era cambiato. Per sempre.

PROSSIMAMENTE

Oggi niente prossimamente solo un momento di riflessione.

venerdì 9 settembre 2011

FOCACCIA AL PROSCIUTTO E ZUCCHINI

Uno degli ingredienti che la micia Alice adora portare in giro per la casa e mangiare sui tappeti è il prosciutto cotto. Questa ricetta dovrebbe piacerle.

300 g di pasta per pizza - 150 g di prosciutto cotto - 150 g di ricotta di mucca - 1 zucchina piccola - poco sale pepe - olio all'aglio (vedere nel blog la focaccia di cipollotti e feta)

Tritare metà del prosciutto e mescolarlo con la ricotta. Salare e pepare. Tagliare la zucchina a fette non troppo sottili. Spalmare sul composto di ricotta e prosciutto sulla pasta da pizza, aggiungere le fettina di zucchina e il resto del prosciutto. Irrorare con un po' olio all'aglio. Infornare a 180 per un quarto d'ora/venti minuti, finché la focaccia non è bene dorata.
per quattro persone.  

giovedì 8 settembre 2011

FILETTO DI TONNO AL SESAMO CON OLIO AL LAMPONE

La micia Alice adora il pesce, soprattutto impazzisce per il tonno. Lei lo preferisce solo, con le alghe e, ogni tanto, con le verdure. A volte anche mescolato a sfilaccini di pollo. Lo adora crudo, ma non può mangiarlo, quindi è difficile che se lo trovi nella ciotola. Una volta, però, è riuscita ad afferrare una bistecchina e le ha fatto fare il giro della casa prima di cominciare a mangiarla sul tappeto della camera da letto. Questa ricetta è dedicata alla micia Alice e al suo filettino di tonno. 

un filetto di tonno da 600 g - semi di sesamo bianco e nero - 125 ml di olio evo - 75 g di lamponi  - 1 cucchiaino di capperi tritati - prezzemolo tritato - salsa di soya pepe 

Mettere i semi di sesamo in un piatto, mescolare bene e passare il filetto su tutti i lati premendo bene, in modo che i semi restino attaccati. Frullare i lamponi con l'olio e un cucchiaio di salsa di soya, aggiungere i capperi, il pepe a piacere e il prezzemolo. Far riposare un'ora. Cuocere il filetto in padella 3 minuti per ogni lato, tagliarlo a fettine e disporle su un piatto di portata. Irrorare l'olio di lamponi, aggiustare di salsa di soya e servire. Servire accompagnato da un'insalata. 
per 4 persone  

mercoledì 7 settembre 2011

LA GATTA SULLA RINGHIERA FREDDA


La micia Alice a due mesi saliva sul suo primo albero. Un pino marittimo che cresceva nel giardino Liberty della sua amica a due zampe. Dopo una breve permanenza sul ramo ruvido e nodoso ebbe desiderio di scendere. Non ci riuscì. Parti una miagolata di richiesta di soccorso, fievole, perché, si sa, i miagolii dei cuccioli non sono molto forti. Fu dura farla scendere, la scala non bastava e si temeva il peggio: una telefonata ai pompieri che avrebbero dovuto usare la scala meccanica per la micia. Accidenti, quella non ci voleva, sai le prese in giro in paese? Poi, la gatta temeraria ebbe un'idea, farsi scivolare lungo il tronco ruvido fino ad un certo punto, in modo che la sua amica umana potesse afferrare una zampina e portarla a terra. Venuta giù la micia tremava, insomma a due mesi che volete, temeraria si, ma con moderazione. In quel magnifico giardino c'erano un sacco di fiori, ortensie bianche e rosa, gerani rossi, ligularie dall'aspetto antico, rosmarino, timo e soprattutto lavanda. La micia Alice adorava la lavanda, tutte le mattine correva verso il cespuglio e si buttava a pesce, ops, a gatto, dentro al profumato cespuglio. Alzava il musetto e annusava l'aria. In pura estasi. In quel giardino non c'era solo la meravigliosa lavanda profumata, c'era anche una cosa strana, era di tre colori, nero, rosso, bianco e aveva gli occhi. Assomigliava pericolosamente ad un gatto femmina. Il nemico. La micia Alice vedeva la tricolor, come la chiamava la sua amica a due zampe, e fuggiva a vibrisse levate. Era enorme, grande, grande, più grande della due zampe. No, forse no. Un giorno la tricolor si fece vicina, troppo vicina. Graffiò il muso della micia Alice, che corse in casa e rimase sotto il letto della cameretta per due giorni filati, uscendo a mangiare solo di notte. Poi tornò a rotolarsi nella sua lavanda preferita.
alice a due mesi che mostra come è facile passare da una parte all'altra 
Un giorno il giardino sparì e la micia Alice si ritrovò di nuovo chiusa in una scatola con dei ferri davanti. La due zampe lo chiamava trasportino, la chiuse lì dentro e la infilò in un'altra scatola più grande, che si muoveva. La micia Alice pensò bene di miagolare molto, ma la due zampe teneva una roba tra le mani e guardava avanti, non badava a lei. Fuori tutto scorreva veloce, quasi non si vedeva tanto era veloce. La micia Alice si ritrovò sveglia in una casa che non ricordava, ma che aveva il suo odore spalmato ovunque, sui divani, i tappeti, le tavole, i mobili. La micia Alice riconobbe subito quella casa, la sua prima casa. Non le dispiaceva stare lì. Nel giardino senza ghiaino c'erano le piante di rosmarino, menta, timo, i gerani rossi come nell'altro, le piante con gli spuntoni pungenti, senza odore e senza fiori. Mancava la lavanda, ma c'era l'edera. Alla micia Alice piaceva molto stare sul terrazzo, guardava sotto, nel cortile, i bambini che giocavano a palla, vedeva le macchine passare, annusava l'aria che sapeva di benzina. Una cosa le piaceva un mondo fare: passeggiare sulla ringhiera bianca e fredda. Con un balzo saltava sul muretto e poi, piano piano, una zampina dopo l'altra percorreva tutto il perimetro del terrazzo, fino al davanzale della finestra. Lì allora allungava una zampa e poi l'altra, rimaneva sospesa a metà tra la ringhiera e il davanzale, poi saltava e rientrava in casa dalla finestra. Che bel gioco. La due zampe però non sembrava entusiasta, anzi diceva sempre in tono minaccioso: "Alice smettila che mi togli dieci anni di vita". Non poteva capire come fosse divertente passeggiare sulla balaustra, poi da quando aveva la gattaiola la micia Alice poteva passeggiare a tutte le ore, anche di notte. Tanto ormai era una gatta grande, aveva sei mesi ed era felice delle sue passeggiate. Una mattina, era presto, saranno state le otto, la micia Alice aveva appena finito di fare colazione. Un bel po' di tonno con le alghe, una prelibatezza che lei divorava in un soffio. Finito di mangiare era andata sulla terrazza, aveva voglia di sgranchirsi le zampe. Con un solo balzo era saltata verso il muretto, ma non lo aveva trovato, sotto di lei non c'era niente. Volava nel vuoto, verso il giardino. In giardino, magari c'è la lavanda. Cadde sul tettuccio che delimitava la casa del custode, rimbalzò e si ritrovò per terra, su quei quadrati di rossicci che vedeva dall'alto. La due zampe non ci mise molto ad arrivare, aveva la faccia terrorizzata e contorta dalla paura. La micia Alice la guardava tranquilla, che sarà mai volare dal quarto piano. Per molto tempo la micia Alice ha deciso di far contenta la due zampe, se la vuole conservare per molti anni, e ha smesso di passeggiare sulla ringhiera bianca e fredda. Adesso salta solo sul davanzale della finestra aperta, ma solo d'estate perché d'inverno la finestra è chiusa.

lunedì 5 settembre 2011

CIAMBELLA DI RICOTTA E ROSOLIO

Un dolce lievitato e soffice che va benissimo come dessert o come torta per la prima colazione. A me piace servirla con una Crema Pasticcera aromatizzata con un po' di rum  o con un po' di gelato alla vaniglia o fiordilatte. 


300 g di ricotta - 150 g di zucchero - 50 g di farina - 50 g di fecola  - 60 g di lamelle di mandorle  3 uova - 3 cucchiai di latte - una bustina di lievito per dolci - 2 cucchiai di rosolio - 15 g di burro

In una ciotola mettere la ricotta con il late e lavorare a crema. Montare i tuorli con lo zucchero finché non sono spumosi e gonfi. Montare gli albumi a neve ferma. Incorporare la crema di uova con la ricotta, aggiungere le farine setacciate, il lievito, il rosolio e gli albumi montati a neve. Ungere uno stampo a ciambella con il burro, spolverare con il pangrattato, aggiungere le lamelle di mandorla e versare il composto. Cuocere in forno a 200 gradi per 45 minuti circa.

venerdì 2 settembre 2011

ORECCHIETTE CON PATATE

Facile e saporito, un piatto tradizionale di tutto il sud, la pasta con le patate è uno di quelle ricette nate per sfamare chi aveva meno. Oggi è un piatto quasi ricercato, che si può mangiare sia d'estate che d'inverno. 

350 g di orecchiette - 4 patate - 75  g di cacioricotta - 75 ml di olio  evo - 1 mazzetto di rucola - 1 spicchio d'aglio - un po' di prezzemolo tritato - un pizzico d'origano - sale pepe

Cuocere le patate con la buccia in abbondante acqua per 20 minuti circa dall'ebollizione, devono essere al dente al dente. Sbucciarle, farle raffreddare e poi tagliarle a dadini. In una padella scaldare l'olio con lo spicchi d'aglio, quando è dorato toglierlo, aggiungere le patate e friggerle per pochi minuti, devono solo colorire. Cuocere le orecchiette in acqua salata, scolarle al dente e versarle nella padella con le patate. Unire la rucola, precedentemente lavata e pulita, il prezzemolo e l'origano. Saltare per qualche istante a fiamma vivace. Togliere dal fuco, spolverare con il cacioricotta, mescolare e servire.
per 4 persone 


P.S. E' un ottimo modo per riciclare le patate bollite avanzate. Naturalmente le orecchiette potete farle voi , da soli, con le vostre manine ci vorranno: 300 g di farina di grano duro, sale e acqua. Lavorate la pasta finché non liscia, farla riposare. Fare dei cilindretti che taglierete a dadini che poi schiaccerete con il pollice strofinando sulla spianatoia. 

giovedì 1 settembre 2011

OLIVE CON LE ACCIUGHE

Uno sfizio per l'aperitivo facile, economico e delizioso.  Accompagnatelo con pezzettini di pane casereccio leggermente abbrustolito sulla griglia, con dei taralli al finocchietto o semplicemente con dei crackers non salati. 


200 g di olive nere - 3 filetti di acciuga - 1 spicchio d'aglio triato - 1 peperoncino rosso sbriciolato - 1 cucchiaio di aceto di vino bianco - 1 dl di olio evo

Bucherellare le olive e dissalare i filetti di acciuga e poi tagliarli a pezzettini. In una ciotola mettere le olive, l'aglio, i filetti di acciuga, l'aceto, il peperoncino e l'olio, mescolare bene. Far riposare almeno quattro ore affinché gli ingredienti si insaporiscano bene. Servire.