Il mare è blu, di un blu scuro
impossibile e magnifico. Riluce di paillettes argentate, illuminato dal sole
accecante. Si gonfia di spruzzi di panna montata, leggeri, soffici, aerei,
profumati. Il cielo è terso, perfettamente liscio e azzurro, tremendamente
azzurro, di quella sfumatura di azzurro che solo il vento sa regalare. La calma
piatta è un ricordo, i turisti guardano da lontano le onde sferzate da quella
che la mattina presto era una brezza e ora soffia a trenta nodi. Il mare è dei
marinai. La barca esce lenta dal porto, il motore scoppietta e borbotta, sembra
felice di prendere il mare. La barca morde l’onda con la prua, sale piano, non è
troppo alta e scende piano, gli spruzzi scoppiano come fuochi d’artificio
bianchi e salati. Al largo l’equipaggio prende posizione, le cime in mano, tutti
pronti ad aprire le vele. Un segno del capitano, ritto davanti al timone, un
ordine secco, uno schiocco come quello di una frusta, la vela piano piano si
srotola, si tende, si gonfia. Il motore tace. Solo il mare, le cime tese, il
vento nelle vele, il silenzio. La barca procede veloce, un altro ordine, le
vele cambiano direzione, il vento le gonfia, una leggera virata. La barca
riprende il suo percorso. Vento, sale, spruzzi. La barca veleggia silenziosa in
mare aperto, il sole alto, il mare agitato. Uno spruzzo colpisce di striscio il
capitano che ha gli occhi pieni di sole, sale, cielo. Sorride. Oggi il mare è
dei marinai.
Nessun commento:
Posta un commento