La polenta rappresenta il cibo che associamo alla montagna, è automatico, anche se esistono tanti altri piatti nelle nostre Alpi e sui nostri Appennini. C'è una tale varietà che restare ancorati al binomio montagna/polenta è restrittivo, ma consolatorio. La polenta è un comfort food, quei cibi che ti ricordano l'infanzia e che permettono di lenire gli attimi di sconforto e col suo colore giallo porta il sole in casa anche d'inverno. La polenta e i suoi accompagnamenti, perché senza qualcosa che la accompagni pur buona non è proprio il massimo. Latte, panna, formaggi, carni stufate, carbonade, verdure con molto sugo e tanto altro ancora.
Spesso si rinuncia a cuocere una polenta, pur desiderandola molto, perché è un piatto che va seguito, lungo da fare. Ebbene con la ricetta che vi propongo mangerete polenta tutti i giorni, fino a non poterne più. Devo questo modo di cucinare la farina di mais alla mia amica Cristina, piemotese, e cuoca sopraffina.
Per ogni 200 g di farina di mais, che deve essere di altissima qualità, fresca e magari macinata a pietra, ci vuole un litro di acqua pura, magari filtrata, e un cucchiano di sale grosso, per essere pignoli magari sale dolce di Cervia. Per schematizzare:
200 g farina di mais
1000 ml acqua
7/8 g sale
Mettere l'acqua in una casseruola di inox a fondo spesso. Porla sul fonrnello e quando comincia a fremere (l'acqua, non il fornello), poco prima dell'ebollizione, unire il sale e versare a pioggia la farina mescolando velocemente con un frusta a mano. Questo serve per evitare il formarsi di grumi. Mescolare con un cucchiaio di legno per i primi dieci minuti, poi abbassare la fiamma al minimo, in modo che il fuoco risulti dolcissimo. E a questo punto caliamo l'asso, collocare una retina spargifiamma sotto la pentola, lasciar sobbollire (in superficie si formeranno delle bolle che scoppieranno, un plop plop ammaliante) mezzo coperto e portare fino a cottura. Con questa soluzione otterrete una polenta di media consistenza. Qui sta il gusto proprio: se volete una polenta più morbida, liquida, aumentate l'acqua, se al contrario, la volete più dura, diminuitela. Le prime volte bisogna prendere la mano, poi verrà da sé. I tempi di cottura variano da polenta a polenta. Dimenticavo, non è che in questo caso la polenta non si attacchi alla pentola, avrete sempre le fantastiche crosticine da sgranocchiare.
Servitela come più vi piace. Io la adoro con uno spezzatino con carote oppure una bella Toma stagionata. Ovviamente di montagna.
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