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La Torre Branca al Tramonto |
Le due ragazze camminano leggiadre, sono bionde, magre magre, bellissime e molto più alte del normale. Sembra quasi non abbiano meta, ma molto probabilmente hanno uno scopo. Tutto intorno sfrecciano personaggi vestiti in modo strano, donne appollaiate su scarpe con tacchi vertiginosi, l'anello mancante coi trampoli da saltimbanco; uomini con giacche viola e cravattini verde smeraldo sorridono e chiacchierano animatamente, ragazzini in puro stile punk/glam anni ottanta si destreggiano sulle biciclette del Bike Sharing; signore vestite di nero, che trascinano borsoni dai quali emergono computer, tablet, iphone, fogli di carta, portafogli, foulard, golfini, orecchini, neanche fossero novelle Mary Poppins o, vista la loro essenzialità nel vestire, Eta Beta, sfrecciano impassibili tra la folla. Le vie del centro sono punteggiate di esseri umani di ogni sesso muniti di macchina fotografica, una cosa normale se pensi che la città è anche turistica, ma ti accorgi che non sono turisti qualsiasi quando realizzi che le macchine hanno piantati davanti teleobiettivi lunghi come il cannocchiale dell'osservatorio astronomico. Fotografano un po' tutto, la gente che passeggia, una ragazza con la minigonna inguinale, un ragazzo cogli occhiali rosa, le vetrine dei negozi, la Galleria, un dettaglio del Duomo. Sono venuti a fare compagnia ai paparazzi stanziali che di solito sono ghiotti di celebrità che passeggiano ad intervalli regolari nel Quadrilatero della Moda, ma loro si muovono nelle zone non canoniche della città e le celebrità le fotografano sedute agli eventi che si susseguono senza un attimo di tregua. Ogni angolo della città diventa sala trucco, zona vestizione, un posto di ristoro con champagne e Coca Cola zero, luogo di incontro, evento con esclusivo accesso ad invito. Sotto l'Arco della Pace, davanti alla Stazione Centrale, vicino alla Torre Branca di Parco Sempione, sotto ogni monumento si è gonfiata una tensostruttura, temporanea come una bolla di sapone; nei palazzi di antica nobiltà, nelle stazioni dismesse, nei musei, crescono passerelle, nascono ambientazioni, arrivano feste degne del sultano de "Le Mille e Una notte". Tutto intorno maccchinoni guidati da ragazzi in completo grigio, folla vestita di nero, signore in abito da sera, signori con jeans sdruciti e balzer blu, gente con un invito in mano, taxi, biciclette, motorini, giovani che distribuiscono campioni pubblicitari, chiacchiere, attese, tempi stretti. A Milano succede due volte all'anno e allora capisci che l'estate o l'inverno sono finiti e che è iniziata la Settimana della Moda.
Saluti e Baci
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