lunedì 7 marzo 2011

Viaggio d'inverno

Ho fatto il primo viaggio a tre mesi a bordo di una 1100 bianca, guidava mia mamma, l'unica in famiglia ad avere la patente a parte mio nonno. Vivevamo in una cittadina di montagna e quel viaggio veniva affrontato perché bisognava presentare ai parenti trasferiti al tepore della Riviera la "piccola", come mi chiamavano tutti nonostante avessi un nome. A bordo dell'auto, oltre a noi, c'erano i miei nonni, terrorizzati  dalla strada  che dovevamo percorrere. Faceva molto freddo e l'asfalto era coperto da un sottile strato di ghiaccio, persino in città. 
Il nonno avrebbe voluto prendere il volante sin dalla partenza, in fin dei conti sua nuora aveva preso la patente da un anno soltanto e poi, insomma, era pur sempre una donna. Mia madre, volitiva donna degli anni sessanta con sprazzi di femminismo ante litteram,  lo aveva incenerito con lo sguardo quando aveva osato esprimere il desiderio di guidare. Così, ingranando la prima, mentre mio padre ci salutava, era iniziato il viaggio.
Fuori il tempo minacciava neve, sulla strada due rotaie di ghiaccio rendevano la guida difficile e la situazione nell'abitacolo era più o meno normale. Io, come ho sempre fatto su ogni mezzo di trasporto, dormivo della grossa; mia nonna teneva una mano sulla culla da passeggio e mi guardava come se fosse l'ultima volta; il nonno seduto davanti,  stava appeso con entrambe le mani alla maniglia e guardava terreo in viso la strada; la giovane autista, i palmi delle mani stretti sul volante, le nocche bianche, era preoccupata di non darla vinta al suocero. Un viaggio veramente tranquillo e rilassato.  Non c'era l'autostrada e, tra il ghiaccio, la preoccupazione, le soste per darmi da mangiare, ci vollero circa otto ore per arrivare. Un'odissea, ma senza la maga Circe o Polifemo come ostacoli, solo vento, neve e ghiaccio. Lo stesso percorso oggi in un giorno di traffico normale può essere coperto in meno di tre ore. 
Questo è senz'altro da considerarsi il primo viaggio avventuroso al quale ho partecipato.  Lo ammetto non ho ricordi, ma quel primo spostamento ha il sapore del latte. 


LATTE DA VIAGGIO

Mio nonno avrebbe senz'altro tratto beneficio da svariati bicchieri di questo latte, a me piace berlo nelle serate d'inverno leggendo un bel libro. A casa. 

125 ml di latte intero - 25 ml di rhum (bianco o scuro) - una scorzetta d'arancia - zucchero - una spolverata di noce moscata 

Far scaldare a fuoco basso il latte con la scorzetta d'arancia e lo zucchero. In un bicchiere mettere il rhum. Togliere il latte dal fuoco, eliminare la scorzetta, spolverare con la noce moscata. 
Per una persona


P.S. potete aumentare indiscriminatamente la quantità di rhum, ma lasciate un po' di latte... ne vale la pena. Dopo non guidate, però. 

3 commenti:

  1. stasera proveremo la ricetta del latte e rhum....ti diremo la percentuale di alcool utilizzata...e gli effetti!
    complimenti, divertente! !
    raffa, paola, nic, giorgio ed emanuela

    RispondiElimina
  2. Ottimo racconto di viaggio pur non suffragato da ricordi! :-)

    RispondiElimina
  3. P.S.: quella di prima ero io, Fida...

    RispondiElimina