martedì 31 dicembre 2013

BRINDISI DI FINE ANNO

Si è chiuso un altro anno per questo luogo dove racconto i miei viaggi, i miei ricordi e cucino insieme a voi. Spero siate stati bene in mia compagnia. Festeggiamo virtualmente insieme con il menù rustico che ho proposto quest'anno ai miei ospiti, con l'antipasto, il Gattò, l'insalata ci saranno anche lenticchie e il cotechino. Gli altri ospiti porteranno il loro contributo: un Vitel Tonné da manuale, del Foie Gras con confettura di cipolle (c'è la ricetta nel blog). Chiuderà la Pavlova che ci ha accompagnati a Natale, i miei ospiti l'adorano. Un brindisi all'anno nuovo, anche se saremo un anno più vecchi. ;-) 

 BUON ANNO!
CIN CIN 



lunedì 30 dicembre 2013

MENU DI CAPODANNO - INSALATA PORTA FORTURNA

A portare fortuna seguiranno cotechino e lenticchie, in questo menu rustico per la notte più lunga dell'anno. Quest'anno ho preferito piatti un po' ruvidi e ruspanti, il contrario di ciò che ci si aspetterebbe nella notte di San Silvestro. Secondo me, accogliere il nuovo anno in maniera più semplice, ma non frugale, è di ottimo auspicio. Vedremo l'anno prossimo se ci ho azzeccato. 
Questa insalata è stata presa dalla rivista francese Elle à Table di un paio di anni fa, ho apportato delle leggere modifiche alla ricetta originale adattandola al mio gusto.  

mezzo cavolo rosso - mezzo cavolo bianco - qualche cimetta tenera di cavolfiore bianco - una melagrana ben matura - un mazzetto piccolo di prezzemolo - un cucchiaino di zucchero - tre cucchiai di aceto di vino bianco - sei cucchiai di olio evo - due cucchiai di yogurt - sale pepe

Lavare e pulire i cavoli togliendo le prime foglie e la parte centrale un po' più dure. Tagliarli sottilissimi con un coltello affilato. Con una mandolina tagliare a fette sottili le cimette di cavolfiore, servono più che altro per decorare e non per insaporire l'insalata. Prelevare i grani della melagrana. Tagliare il prezzemolo grossolanamente. Mescolare in una ciotoline lo zucchero con l'aceto. Unire l'olio, lo yogurt, salare e pepare. Emulsionare bene. Mettere tutti gli ingredienti in un'insalatiera, condire con la vinaigrette, mescolare bene, decorare con le fettine di cavolo e servire.
per quattro persone

domenica 29 dicembre 2013

MENU DI CAPODANNO - IL PIATTO FORTE: IL GATTO' DI PATATE

Un piatto sontuoso eppure poco impegnativo. Ha il vantaggio di poter essere preparato con anticipo e messo in forno all'arrivo degli ospiti. Un'accortezza fondamentale: lasciar raffreddare per una mezz'ora almeno il Gattò, dopo averlo tolto dal forno, la temperatura interna è vicina alla lava si rischiano dolorose ustioni alla bocca altrimenti!

1,2 kg di patate - 3 uova (due tuorli e un albume) - 100 g di prosciutto cotto - 80 g di burro - 150 g di mozzarella - 100 g di provola a fettine - 50 g di parmigiano grattugiato - 40 g di pecorino grattugiato - un mazzetto di prezzemolo - noce moscata - sale pepe - pane grattugiato

Bollire le patate e passarle allo schiacciapatate fino per un paio di volte. Lavorarle bene col cucchiaio di legno fino ad ottenere una consistenza omogenea, unire il burro a pezzettini, poi i tuorli, il sale, il pepe, il prosciutto tritato, il parmigiano e il pecorino grattugiati. Mescolare bene. Terminare con il prezzemolo tritato fine e una spolverata di noce moscata. Montare l'albume a neve e incorporarlo con delicatezza alle patate. In uno stampo da soufflé, imburrato e cosparso di pane grattugiato, fare uno strato di composto di patate. Quindi aggiungere la mozzarella tagliata a dadini, lasciata asciugare un po' in un colino, e la provola tagliata a fettine sottili. Terminare con il resto delle patate. Cospargere la superficie di pan grattato, unire qualche fiocchetto di burro. Cuocere in forno a 200 gradi per quaranta minuti, finché non è bello gonfio e dorato. Far riposare mezz'ora prima di servire.
per otto persone 

sabato 28 dicembre 2013

MENU DI CAPODANNO - L'ANTIPASTO: PERE E FORMAGGIO DI CAPRA CON CROSTINI


Per la notte di San Silvestro ho deciso di lavorare poco, non mangiare troppo e festeggiare senza remore. Il mangiare poco è il risultato dei giorni scorsi, diciamo che non mi nutrirò di brodino e semola, ma cercherò di fare piatti sfiziosi non troppo impegnativi per la digestione. D'altronde bisogna finire la serata nel solco della tradizione: cotechino e lenticchie, che io servirò semplici, senza salsa di pomodoro, e profumate alla menta. Cercheremo di non esagerare, insomma. Oddio, il secondo previsto non è proprio leggero, vedrete domani. 

quattro pere mature - 200 g di formaggio di capra semi stagionato, tipo crottin o buche - 50 g di mandorle – mezzo cucchiaino di semi di anice – due cucchiai di miele liquido, millefiori va benissimo – un pizzico abbondante di fior di sale – pane casereccio a fette
 
Capodanno a Parigi? No, Las Vegas
Far dorare le mandorle a secco in una padella. Fare lo stesso con i semi di finocchio finché non sprigionino un buon odore di liquirizia. Pestarli dentro ad un mortaio, senza farli diventare polvere, e unirli al miele con un bel pizzico di fior di sale. Pulire la pere e tagliarle in quattro fette spesse, metterle sulla placca del forno. Tagliare i formaggio di capra in fette sottili e disporle sulle fette di pera, spolverare di mandorle grigliate e finire col miele. Gratinare tutto nella parte alta del forno a 250 gradi per 5 min o finché il formaggio comicia a dorare. Tagliare le fette di pane a pezzetti irregolari, farle tostate nel tostapane finché non sono belle dorate e croccanti. Servire insieme alle pere gratinate. 
per sei persone 

mercoledì 25 dicembre 2013

lunedì 23 dicembre 2013

IL MIO PRANZO DI NATALE - COCKTAIL: MALAGA EGGNOG

Per la ricetta dell'Eggnog classico uscire, andare in libreria e comprare "Il Natale è Servito" oppure cliccare sul link qui di fianco che vi manda direttamente al sito della mia casa editrice. Fine pubblicità. Quello che vi presento è comunque una versione deliziosa, codificata dalla International Bartender Association. 

2/3 di latte - 1/3 di Porto - mezzo cucchiaio di zucchero - un uovo - ghiaccio - noce moscata - cubetti di ghiaccio
Natale alle Maldive.... 

Separare il tuorlo dall'albume. Mettere il tuorlo nello shaker, aggiungere il ghiaccio, il latte e il Porto. Agitare con tanta, tanta energia. Montare l'albume a neve, incorporarne metà piano piano facendo attenzione a non smontarlo. Con il resto terminare il cocktail, spolverare di noce moscata. Servire.
per un bicchiere 

domenica 22 dicembre 2013

PROSSIMAMENTE

Nei prossimi giorni ancora qualche ricetta di Natale, giusto per non perdere l'abitudine e variare il menu.

sabato 21 dicembre 2013

IL MIO PRANZO DI NATALE - IL DOLCE: PAVLOVA ALL'AROMA DI CIOCCOLATO CON LAMPONI E MELAGRANA

Sulla mia tavola di Natale non manca mai il panettone, è ovvio, ma non lo considero un dessert. Che deve esserci sempre e non deve essere troppo ricco per lasciare posto al panettone. E' stato difficile trovare un dolce che queste caratteristiche di leggerezza e avesse il sapore della festa insieme. Da quando ho scoperto che in Australia e Nuova Zelanda la Pavolva è il dolce di Natale l'ho scelta per non lasciarla più, diventando una tradizione sulla mia tavola. Ogni anno ne propongo una versione diversa. Questa è quella di quest'anno.

per la meringa: tre albumi - 150 g di zucchero molto fine - 100 g di zucchero a velo - un cucchiaino di aceto di lamponi (o di vino rosso o succo di limone, io preferisco l'aceto) - un cucchiaio di fecola di mais

per la crema : 250 g di lamponi -  100 g di chicchi di melagrana - 250 ml di panna - 3 cucchiai di liquore al cioccolato bianco

Accendere il forno a 150 gradi. Montare i bianchi d'uovo, quando sono bianchi e spumosi aggiungere 150 di zucchero e continuare a montare finché non sono lucidi e gonfi. Quindi unire lo zucchero a velo, l'aceto e la fecola di mais lavorando con spatola dal basso verso l'alto. Disporre sulla placca rivestita di carta forno dando una forma rotonda con un cucchiaio creare un nido al centro. Cuocere in forno a 150 gradi per un'ora e poi far raffreddare nel forno spento con la porta semi aperta.

Montare la panna con il liquore al cioccolato. Disporlo sulla meringa fredda. Decorare con i lamponi e i chicchi di melagrana. Servire cosparso di zucchero a velo se piace (io preferisco di no, ma è molto decorativo).
per sei persone

P.S. La meringa può essere cotta con un giorno d'anticipo e conservata in un luogo fresco e, soprattutto, asciutto fino al momento di decorarla. 

venerdì 20 dicembre 2013

IL MIO PRANZO DI NATALE - CONTORNO: INSALATA DI FAGIOLINI E NOCI

Un'insalata leggera e sapida che accompagna perfettamente il dolce salato della Lonza con i Datteri. 

450 g di fagiolini già cotti al dente (vanno bene anche congelati) - mezza cipolla - mezzo spicchio d'aglio - quattro cucchiai di parmigiano in scaglie sottilissime - due cucchiai colmi di noci tostate a secco e tagliate grossolanamente - un cucchiaio di mandorle tostate a secco e tagliate grossolanamente

per la vinaigrette: sei cucchiai di olio evo - due cucchiai di aceto di vino bianco - due cucchiaini di dragoncello tritato - sale pepe
Natale a Montecarlo

Mescolare i fagiolini con la cipolla affettata sottile e l'aglio tritato, unire il parmigiano. Preparare la vinaigrette mescolando bene gli ingredienti e facendola riposare almeno mezz'ora. Versare la vinaigrette sui fagiolini e mescolare bene. Trasferire su un piatto di portata e aggiungere le noci e mandorle. Servire.
per quattro persone



giovedì 19 dicembre 2013

IL MIO PRANZO DI NATALE - IL SECONDO: LONZA DI MAIALE AI DATTERI

A casa mia non è Natale se non ci sono i tortellini, abbiamo adottato questa tradizione in tempi ormai remotissimi e continuiamo a proporli sempre nello stesso modo: in brodo. Quindi sarebbe una proposta noiosissima per il pranzo di Natale, se volete potete adottarla e andare a cercare le ricette coi tortellini presenti nel blog. Saltiamo a piè pari il primo e passiamo al piatto forte. Qualcosa di saporito, esotico e economico, che a volte non guasta. Se a casa mia i primi sono tradizionalissimi in genere i secondi sono sempre fuori dagli schemi, per un tocco di originalità. Ogni anno cambiamo. 

un chilo di lonza di maiale - 100 grammi di datteri (possibilmente Medjool) - il succo di mezza arancia - un cucchiaio colmo di coriandolo tritato (facoltativo) - sei cucchiai di olio evo - due spicchi d'aglio - sale pepe - 150 ml di vino bianco secco - brodo vegetale 

Tagliare i datteri a pezzetti piccolissimi. Metterli in una ciotola con il succo d'arancia, il coriandolo, il sale, il pepe e quattro cucchiai d'olio e un paio di brodo caldo. Lasciar riposare. 
Legare la lonza con spago da cucina se non lo fosse già. In una casseruola che può andare in forno scaldare due cucchiai di olio d'oliva e far rosolare la lonza su tutti i lati finché non è bella arrostita, salare e pepare, unire gli spicchi d'aglio interi schiacciati, rosolare ancora per un attimo, finché l'aglio non rilascia il suo profumo. Sfumare con il vino bianco, unire qualche cucchiaiata di brodo, aggiustare di sale e pepe. Far cuocere coperto per un quarto d'ora sul fornello, poi passarla in forno a 180 gradi per altri 15/20 minuti. Girare ogni tanto e irrorare col fondo di cottura. Nel caso si asciugasse troppo bagnare con un po' di brodo caldo. 
Togliere la lonza dal forno e lasciarla riposare coperta da un foglio di alluminio per una mezz'oretta. Prendere quattro/cinque cucchiai di fondo di cottura e unirli ai datteri. Mescolare bene, la consistenza della salsa non deve essere troppo liquida, ma scorrevole, quindi unire fondo di cottura dovesse risultare troppo spessa. 
Tagliare la lonza, distribuire la salsa sulla carne e servire. 
per sei persone

P.S. La qualità dei datteri proposta è indicativa. Sono datteri belli "cicciotti" e pieni di polpa, dolci ma non troppo, ideali per questa preparazione salata. Si trovano nei negozi specializzati, ma anche nella grande distribuzione o da alcuni fruttivendoli. Il coriandolo conferisce un sapore e un profumo esotici e si accompagna perfettamente alla dolcezza del dattero, se non piace sostituire con del prezzemolo. 

mercoledì 18 dicembre 2013

IL MIO PRANZO DI NATALE - APERITIVO: BICCHIERINI DI PANNA COTTA AL PARMIGIANO


A volte a Natale è necessario proporre sfizi piuttosto che antipasti complicati in modo da gustare meglio i piatti forti della giornata e alzarsi da tavola non troppo appesantiti. Questi bicchierini sono scenografici e appetitosi, soprattutto facili da fare con un bell'anticipo. Mi raccomando che i bicchierini siano trasparenti per godere del bellissimo contrasto cromatico pomodoro crema di parmigiano. 

80 g di pomodorini secchi sott’olio – 150 ml di latte – 150 ml di panna – 75 g di parmigiano grattugiato con la Microplane – 4 g di gelatina in fogli – sale pepe – rucola per decorare
Natale a Milano - Corso Como 10 

Immergere la gelatina in acqua fredda. Passare i pomodorini al mixer e dividerli nei bicchierini di servizio. Portare ad ebollizione la panna e il latte con cinquanta grammi di parmigiano. Far bollire due tre minuti, poi fuori dal fuoco unire la gelatina strizzata. Mescolare bene, salare e pepare, versare nei bicchierini. Mettere in fresco per almeno due ore. Decorare con qualche fogliolina di rucola, un pizzico di parmigiano e servire con grissini o taralli. 
per otto bicchierini da 40 ml, circa

P. S. Questo piatto viene benissimo anche con i pomodori freschi confit. Fate cuocere i pomodori tagliati a metà e leggermente salati nel forno a cinquanta gradi per un paio di ore. 

martedì 17 dicembre 2013

IL MIO PRANZO DI NATALE - APERITIVO: MANDORLE SPEZIATE

Si inizia con un aperitivo e uno stuzzichino fatto in casa. Semplice e senza fronzoli, si può fare con largo anticipo e conservare in una scatola a chiusura ermetica. Se le mandorle dovessero perdere un po' di croccantezza passarle nel forno a 150 gradi per qualche minuto, riprenderanno il loro splendore. Sarebbe meglio usare il cumino in semi, che verranno tostati e poi macinati a mano in un mortaio, ma in caso di grande fretta... usare il cumino in polvere. 

250 g di mandorle intere - un cucchiaino di olio (va bene anche di arachide) - mezzo cucchiaino abbondante di semi di cumino - mezzo cucchiaino di Paprika - mezzo cucchiaino di sale - pepe di Cayenna - senape in polvere (quella inglese che si usa amalgamare con l'acqua)
Natale a Montecarlo 

Accendere il forno a 180 gradi. Tostare a secco i semi di cumino in una padella e ridurli in polvere dentro un mortaio. Mescolare in una ciotola cumino, paprika e sale, unire un pizzico di pepe di Cayenna e uno di senape. Mescolare bene le mandorle dentro questo composto e disporle sulla placca del forno rivestita di carta forno. Farle tostare per 10/12 minuti finché non saranno croccanti e fragranti. Servire tiepide o fredde.
per 250 grammi

giovedì 12 dicembre 2013

UOVO IN COCOTTE

Siccome il racconto era improntato sul "niente è ciò che sembra" vi propongo questa ricetta in cui l'aspetto inganna il palato. Ovviamente non è mia, è di un famoso chef britannico di cui, scusate non ricordo più il nome. Sarà l'età che avanza, la memoria corta o pura e semplice distrazione, ma proprio non mi ricordo in quale ristorante di Londra ho assaggiato questo dessert trompe l'oeil. Comunque questa è una mia rivisitazione.

quattro manghi ben maturi - 200 ml di crema pasticcera non troppo solida - 150 ml di panna - 10 g di gelatina in fogli - cioccolato fondente al peperoncino - zucchero semolato

Mettere la gelatina ad ammollare in acqua fredda. Sbucciare i manghi, tagliarne uno a dadini piccolissimi e tenerlo da parte, frullare i restanti in un mixer e poi passarli al setaccio. Scaldare un quarto del succo di mango e unire la gelatina ammollata, mescolare bene. Aggiungere la crema calda con la gelatina al resto della crema di mango fredda. Mescolare accuratamente in modo che le due creme siano ben amalgamate. Versare il composto negli stampi di silicone a forma di mezze sfere (circa quattro centimetri di diametro/ massimo cinque). Mettere a raffreddare nel congelatore per un'ora almeno, saranno più semplici da manipolare al momento del montaggio del dessert.
Montare la panna e unirla alla crema pasticcera. In un ramequin mettere sul fondo i dadini di mango, coprire con un poco di crema pasticcera alla panna, sformare la gelatina di mango e disporla sopra i dadini mango con la crema. Terminare con la crema pasticcera, lasciando che un po' di gelatina di mango faccia capolino. Unire un pizzico di cioccolato grattugiato finissimo (pepe) e un pizzico di zucchero semolato (sale). Aspettare che la gelatina si scongeli completamente. Servire.
per quattro persone

mercoledì 11 dicembre 2013

UNA LUNGA ASSENZA

Una lunga assenza, senza nemmeno postare una ricetta. Sono stata via, in viaggio e avevo programmato tutto, soprattutto le ricette, ma dopo il racconto della scorsa settimana non è più uscito nulla. Le macchine a volte si ribellano o non aiutano, forse il mio computer si è offeso perché non l'ho portato con me come faccio sempre. Rimedio questa settimana, tutte le ricette programmate per la scorsa settimana usciranno tra oggi e sabato. Scusate per l'assenza. Intanto vi lascio un mazzo di fiori per farmi perdonare.


mercoledì 4 dicembre 2013

UN DESIDERIO AVVERATO

Ecco la seconda parte del racconto, con il suo finale. La prima parte è stata pubblicata lo scorso mercoledì.


Le mani mi facevano male e in alcuni punti avevo dei piccoli tagli che però non sanguinavano. Camminavo piano verso la casa, un po’ perché avevo paura di quello che avrei trovato, un po’ per metterci più tempo così da scansare il lavoro. Dopo poche ore ero già giunto alla conclusione che preferivo studiare invece di piegare la schiena su un prato pieno di erbacce. Il vialetto verso la casa era coperto di ghiaia da cui spuntavano erbacce, forse sarebbe toccato a me estirparle, avevo pensato sconsolato. La villa  era imponente, ma non tetra come avevo sempre immaginato, anzi era di un bel color rosa come quello dei ciclamini, le antiche finestre erano contornate da un complicato disegno bianco. Il portone  era grandissimo e in quel momento era aperto, sembrava una grande bocca e le scale sembravano una lunga lingua che volesse inghiottirmi. Ci passai davanti accelerando il passo, era l’unica via che desse accesso al retro, ne uscì un alito d’aria fredda, mi venne la pelle d’oca. Ecco, stava tornando nella mia mente l'immagine dei Lorchitruci maghi misteriosi e infernali. Quando girai l’angolo provai un’inattesa sensazione di sollievo, avevo trattenuto il fiato senza accorgermene. Quella casa doveva essere enorme perché, pur costeggiando il lato più corto, ci misi un po’ ad arrivare sul retro.
Dietro, le finestre non avevano tutti i ghirigori della facciata principale era tutto più semplice e lineare. Il giardino era più selvaggio e meno curato, vedevo molti arbusti spinosi e tanti cespugli che si intrecciavano. Qualcosa vicino alla selva che mi ero sempre immaginato. Il prato era punteggiato da grandi pietre grigie, come quelle che ci sono in montagna.
Stavo per raggiungere la porta della cucina quando dietro di me sentii una presenza. Mi fermai di colpo, col cuore in gola. Anche ciò che avevo alle spalle si fermò, io avevo il respiro affannato ma da dietro non sentivo venire nessun suono. Tanto che pensai di essermi sbagliato. Mossi un passo. Niente. Andai avanti piano e di nuovo sentii come se l’aria si comprimesse sulla mia schiena. Non trovavo il coraggio per girarmi, la porta della cucina non era lontana se fossi corso velocissimo forse mi sarei salvato da quello che sentivo dietro. Scartai questa soluzione. Presi coraggio, respirai a fondo e mi girai di scatto. A pochi centimetri da me stava il ragazzino cogli occhi gialli, mi fissava col suo sguardo accigliato. Io scappai verso la cucina. Il cuore si era fermato di battere, per poi riprendere a ritmo forsennato.
 Quando entrai in cucina la cuoca mi guardò sorridendo, non si accorse del mio spavento o per lo meno non lo dette a vedere. La cucina era bianca e luminosa, il tavolo con il piano di marmo era enorme e dominava la stanza. La cuoca si muoveva leggera davanti ai fornelli, era una bella signora alta dai capelli scuri, le dissi chi ero e le chiesi un po’ d’acqua perché avevo molta sete. La mia voce era stranamente ferma, nonostante dentro di me il cuore avesse ripreso a correre all'impazzata. Quella casa mi inquietava. Lei mi diede una limonata freschissima e deliziosa, mi sedetti al tavolo per berla e le chiesi chi fosse il ragazzino dagli occhi gialli.
- La signora lo ha trovato in un angolo della legnaia una sera dell’anno scorso, dopo quella grande nevicata. Era morto di freddo e fame. Non solo era ferito e la signora si è presa cura di lui.  – mi disse
E io le chiesi che cosa ci facesse lì, se non aveva una famiglia da cui tornare.
- Nessuno sa chi sia e per di più lui non parla. Non una sola parola, solo piccoli suoni. Volevano chiuderlo in un orfanotrofio, ma la signora ha chiesto il permesso alle autorità e adesso vive qui con noi. Chissà magari prima o poi troveremo la sua famiglia. E' un ragazzino strano, molto strano. –
Finii la mia limonata e la cuoca me ne diede una bottiglia con due bicchieri di plastica da portare a mio padre. Un volta uscito in giardino vidi il ragazzino dagli occhi gialli che mi fissava in silenzio, stava seduto su un sasso e si stava passando la mano fra i capelli, dietro l’orecchio. Gli feci un cenno, come per salutarlo, ma lui rimase immobile fissandomi coi suoi occhi profondi ed intensi.
Tornai al mio posto pronto a strappare ancora un po’ di erbacce, non ero contento ma dovevo farlo. Posai la bottiglia di limonata all’ombra di un albero e tornai a pulire l’aiuola. Facevo un mucchietto consistente di erba che poi mettevo dentro ad un sacco nero. Stavo appunto per fare questo quando vidi un bigliettino piegato in due alla base del sacco, era di carta a quadretti un po’ stropicciata come se qualcuno lo avesse tenuto in mano a lungo. Lo presi. 
Quando riuscii a decifrarlo, la grafia era quasi incomprensibile, rimasi a bocca aperta.
“Perché hai smesso di cercarmi? 
Tommy”
In un primo momento restai tra il perplesso e lo spaventato. Non capivo, Tommy era il mio gatto ed era sparito da un anno, non l'avevo più cercato, però un gatto non può scrivere biglietti inquietanti. Guardai di nuovo il biglietto e poi alzai lo sguardo. Il bambino dagli occhi gialli era in piedi accanto a me, mi fissava con uno sguardo colmo di rimprovero. Mio padre continuava a lavorare e non si era accorto di nulla. Il bambino inclinò la testa da una parte, come faceva Tommy quando mi studiava per capire le mie intenzioni. Allora capii, mi tornò in mente ciò che mi aveva raccontato la cuoca, la notte di neve, la tormenta, la legnaia, il bambino senza famiglia apparso all'improvviso. Allungai la mano per prendere la sua, lui si ritrasse, scostante e lo vidi scappare verso il cancello principale, lo rincorsi, e mentre gli correvo dietro lui diventava sempre più piccolo e veloce e si trasformava nel mio gatto nero, col pelo lucido, gli occhio tra il verde e il giallo. Corsi a perdifiato, ma non riuscii a raggiungerlo. Quando arrivai sulla strada era sparito, come se fosse stato inghiottito dalla polvere e dall'asfalto. 
Tornai molte volte a cercarlo in quella casa, ma la cuoca mi disse che era scomparso senza lasciare traccia. Come era accaduto in quella notte piena di neve.  
(2 - fine)