mercoledì 24 aprile 2013

LA DISPENSA INDISPENSABILE, I FONDAMENTALI

Avere una dispensa e un frigo forniti è un modo per poter cucinare cene succulunte e sopraffine in poco o molto tempo. Fondamentale quando si ha fretta averla ordinata così da poter vedere in un colpo d'occhio cosa è disponbile.

PASTA E FARINE

Spaghetti, di varie misure e tempi di cottura diversi (spaghettini, trenette, spaghettoni)

Pasta Corta (Fusilli, Penne, Pipe)

Farina (00 e 0)
Farina di Ceci
Farina di Castagne

Cous Cous

CEREALI

Ceci secchi e in conserva (possibilmente nel vetro)

Lenticchie (di Castelluccio, Puy piccole e che cuociono velocemente, utilissime quando si ha fretta)

Fagioli secchi o in conserva

Orzo Perlato

Cereali a cottura veloce

Riso Vialone Nano o Superfino Arborio, molto versatili

Riso Parboiled per accompagnare il piatti

PESCI CONSERVATI

Acciughe sotto sale e sott'olio

Tonno sott'olio di buona qualità
Tonno al Naturale di buona qualità

VERDURE E FRUTTA

Cipolle, rosse e dorate
Scalogno
Aglio

Patate

Carote (da consevare nel frigo, durano molti giorni)

Pomodori Pelati

Limoni


VARIE

Sale Grosso e Fino e anche un Sale Speciale

Aceto di ottima qualità (bianco, più versatile. Anche Balsamici di Frutta. O Aceto Balsamico)

Olio Extra Vergine di Oliva

Olio di Arachide (per friggere)

Funghi Secchi (Porcini)

Pepe Nero, Bianco, Rosa e Verde in grani, per i più sofisticati Pepe di Sechuan e Jamaica

Spezie (Cannella (in polvere e intera) , Noce Moscata, Zenzero, Peperoncino, Curry, Cumino)

Aromi Secchi (Timo, Origano, Rosmarino, Salvia, se volete Lavanda)

Aromi Freschi (gli stessi nell'elenco dei freschi, tranne la Lavanda; Prezzemolo anche congelato; Erba Cipollina)

Zafferano

Senape Forte (Dijon) e Dolce

Maionese

Cren in conserva (a chi piace)

Pinoli

Mandorle

Noci

Olive in Salamoia (le mie preferite: Taggiasche, perché versatili)

Capperi sotto Sale

Pan Carré

Cioccolato Fondente 75%

Limoni in Conserva

IN FRIGO

Panna fresca e, in dispensa, a lunga conservazione (anche di Soya)

Yogurt (sostituisce la panna in molte preparazioni che si vogliono alleggerire e permette di fare dei dessert veloci e gustosi)

Burro di ottima qualità

Parmigiano Reggiano

Pecorino Stagionato da Grattugiare

Un rotolo di Focaccia Pronta (di una nota marca che comincia per B, secondo me eccellente) è utilissima per confezionare torte veloci. Meglio ovviamente fare la pasta da voi, ma quando manca il tempo...

Lievito di Birra (si può congelare e far sciogliere in acqua tiepida quando necessario; si può usare quello secco)

Uova

Salmone Affumicato

Crema di Olive

Pomodori Secchi (anche sott'olio)

Preparati per Brodo (quelli gelatinosi, lo so non si dovrebbero usare... ma tanto so che li usate!)

Robiola (formaggio versatilissimo)

Birra

Vino per Cucinare e da bere... ovviamente!

Succo d'arancia

IN FREEZER

Brodo, almeno un litro di Pollo e un litro di Verdure

Sedano tagliato a in bastoncini da dieci centrimetri, utilissimo per preparare insieme alle Carote e alla Cipolla un veloce brodo vegetale)

Piselli

Asparagi

Prezzemolo Tritato

Pane (Panini, da scongelare al volo nel forno ventilato a 100 gradi)

Lievito di Birra

Ghiaccio

Vodka

Limoncello (questi ultimi due non fondamentali, ma utili)















domenica 21 aprile 2013

sabato 20 aprile 2013

CENA IN MEZZ'ORA - FRAGOLE AL LIMONE

Per tutta la cena presentata questa settimana ci vuole poco più di mezz'ora. Ovviamente servono alcuni accorgimenti, come usare un affetta verdure per affettare i finocchi sottili in modo rapido; il prezzemolo deve essere già lavato e asciugato (come conservarlo: 19 aprile 2013); il brodo già pronto (congelato) e scaldato mentre si affettano le verdure. Le fragole, impossibile accelerare il procedimento di taglio, ma non ci vuole molto a tagliarle a metà. 

mezzo chilo di fragole - 50 g di zucchero semolato alla vaniglia (in mancanza usare un po' di essenza di vaniglia oppure omettere) - un limone

Tagliare le fragole a metà o in quattro. Metterle in una ciotola, grattugiare la scorza del limone e unire lo zucchero e mescolare bene, lasciar riposare mezz'ora. Al momento di servire irrorare con il succo del limone spremuto, mescolare e servire subito.
per quattro persone

venerdì 19 aprile 2013

CENA IN MEZZ'ORA - COME CONSERVARE IL PREZZEMOLO E INSALATA DI FINOCCHI, ARANCE E BARBABIETOLE

Un'insalata che segna la fine dell'inverno. Le arance e le barbabietole cotte al forno sono agli sgoccioli, il finocchio si trova sempre e si sposa benissimo con questi due ingredienti. 

un finocchio - un arancia - una barbabietola molto piccola cotta al forno - mezza cipolla rossa - tto rametti di prezzemolo, privati del gambo più duro - succo di mezzo limone - 30 ml di olio evo - sale pepe
piante aromatiche e fiori a Bruxelles

Affettare finemente il finocchio. Tagliare le arance a vivo estraendone gli spicchi. Tagliare la barbietola a spicchi. Mescolare il succo di limone con il sale, unire l'olio ed emulsionare bene. Disporre le verdure e l'arancia su un piatto di portata alternandole in consistenza e colori, dare un giro di pepe. Decorare con i rametti di prezzemolo. Versare il condimento e servire immediatamente.
per quattro persone 


COME CONSERVARE IL PREZZEMOLO FRESCO
Suggerisco per velocizzare i tempi di lavare il prezzemolo, asciugarlo perfettamente con la centrifuga per insalata e tenerlo in un panno per un'oretta. Dopodiché metterlo in un contenitore a chiusura ermetica, coprirlo con un foglio di carta assorbente e chiudere bene. Così dura quasi una settimana, lavato e pronto. 

giovedì 18 aprile 2013

CENA IN MEZZ'ORA - RISOTTO CON ZAFFERANO E LIMONI IN CONSERVA

Un risotto un po' esotico, diverso dal solito, con quel fondo di limone e il profumo di zafferano. Una delizia per gli amanti degli agrumi. Cercate nel blog la ricetta dei limoni in conserva, si lavano sotto l'acqua corrente, si privano della polpa e si usa solo la scorza tagliata fine. 

250 g di riso Vialone Nano - un porro,  parte verde e bianca - 125 ml di vino bianco secco - mezzo limone in conserva - 500/750 ml di brodo di verdure o pollo - zafferano - burro - parmigiano - olio sale pepe

Scaldare l'olio in una pentola, unire il porro tagliato a listarelle sottili. Quando è trasparente aggiungere il riso e farlo tostare leggermente, poi sfumare col vino. Quando l'alcool è evaporato, unire il limone tagliato a dadini. Con un mestolo versare tanto brodo quanto necessario a coprire il riso, far sobbollire. Dopo qualche minuto unire lo zafferano diluito in poco brodo. Salare, pepare. Continuare la cottura del riso aggiungendo brodo quando si è assorbito quello precedente. Un paio di minuti prima che il risotto sia pronto mettere parmigiano grattugiato e burro a dadini, a piacere, ma senza esagerare, sopra al riso, chiudere col coperchio e far riposare. Trascorsi i due minuti scoperchiare, mantecare bene e servire.
per sei persone 

mercoledì 17 aprile 2013

CENA IN MEZZ'ORA - CROSTINI CON ROBIOLA, ERBA CIPOLLINA E NOCI

Velocissimo, economico e delizioso. Così si può chiedere di più ad uno stuzzichino per aperitivo o un piccolo antipastino. Ci vuole un tostapane (in realtà una bella bistecchiera è ancora meglio) coi fiocchi per fare dei crostini velocissimi, ma se si fanno sulla griglia durante l'estate sono ancora meglio.

quattro fette di pane casereccio - 100 g di robiola - un piccolo mazzetto di erba cipollina - otto gherigli di noce - olio sale pepe

Tagliare il pane in otto parti uguali. Metterle nella bistecchiera o nel tostapane e farli tostare finché non sono croccanti.  Tagliuzzare l'erba cipollina con un paio di forbici o con un coltello molto affilato. Nel frattempo mescolare la robiola con poco olio e l'erba cipollina, tenerne da parte un poco per decorare Aggiustare di sale, pepare a piacere. Spalmare i crostini con la robiola e al centro di ognuno posare un gheriglio di noce, spolverare con un po' di erba cipollina. Servire
per quattro persone 

martedì 16 aprile 2013

CENA SOPRAFFINA IN MEZZ'ORA, NON E' IMPOSSIBILE

Ieri sera sono arrivata a casa molto tardi. Non avevo niente di pronto e dovevo preparare la cena. Mi è venuto in mente che preparare una cena sopraffina in mezz'ora non solo è possibile, ma anche facile. Certo bisogna avere un po' di manualità, un frigo e una dispensa forniti,  e usare alcuni accorgimenti. Per il menù che vi proporrò questa settimana sarà necessario avere alcune cose pronte. Per avere una dispensa fornita vi rimando alla prossima settimana (martedì) con i fondamentali. 
I Matt Bianco sono un modo per farvi sentire un po' di musica mentre preparate la cena... che non sarà mai pronta in Half a Minute, mezzo minuto! 



1) BRODO di verdure o di pollo che terrete in frezzer e scongelerete nel micoonde, se ne avete uno, oppure direttamente nella pentola. D'accordo, se proprio volete usate i dadi, ma io non ve l'ho detto... anzi siccome la ricetta è un risotto sostituite il brodo con semplice acqua. Ecco sì, meglio l'acqua dei dadi.

2) LIMONI in conserva. Trovate la ricetta nel blog, ci si mette pochissimo a farli e sono pronti in tre settimane. Durano sei mesi circa e sono utili anche per altre ricette.

3) COLTELLO AFFILATO
oppure
4) MANDOLINA O AFFETTA verdure

4) ZUCCHERO aromatizzato alla vaniglia. Facile da fare: quando fate una crema a base di vaniglia prendete la stecca che avrete fatto bollire con il latte e lavatela bene, poi inseritela nello zucchero. Avrete uno zucchero aromatizzato. Potete farlo anche con lo zucchero a velo.

IL MENU CHE VI PROPORRO' SARA' QUESTO

Crostini con Robiola, Erba cipollina e Noci

Risotto con Zafferano e Limoni in conserva

Insalata di Finocchi e Arance

Fragole al Limone

A domani con la prima ricetta






sabato 13 aprile 2013

PANNA COTTA SUPER CLASSICA

Un classico dei classici, un dolce che non conosce momenti di stanca perché piace sempre a tutti e rientra nelle tradizioni.

per la panna cotta: 300 ml di panna fresca - 150 ml di latte intero - 60 g di zucchero - 1 stecca di vaniglia aperta a metà - 3 fogli di gelatina

per il caramello: 200 di zucchero semolato - qualche cucchiaio di acqua

per il caramello: Mettere lo zucchero in un pentolino unire tre o quattro cucchiai di acqua e mettere sul fuoco. Far cuocere lo zucchero finché non assume un bel colore dorato marrone, quindi versarlo nelle coppette o nei ramequins di servizio ruotando bene per coprire tutto il fondo.  
per la panna cotta: Ammollare la gelatina in acqua fredda. Portare ad ebollizione la panna, il latte con lo zucchero e la stecca di vaniglia. Lasciar riposare qualche istante. In un padellino sciogliere la gelatina con un cucchiaio di acqua, aggiungerla alla panna mescolando bene. Far raffreddare mescolando di tanto in tanto. Versare in piccole coppette o, meglio, in ramequins restando ad un centimetro/centimetro e mezzo dal bordo. Far rassodare in frigo almeno cinque ore.
Per sformare, mettere le coppette in acqua calda del rubinetto e lasciarle qualche istante. Premere leggermente sulla panna cotta rassodata in modo da staccarla leggermente dalle pareti del contenitore,  girare la coppetta su un piatto di portata. La panna cotta verrà fuori da sola. Servire.
per quattro persone

venerdì 12 aprile 2013

GAMBERONI SPEZIATI CON RHUM E COCCO

Un piatto esotico, che arriva dai Caraibi aromatico e profumato. Praticamente la marinatura è una sorta di cocktail, delizioso. Un modo diverso di presentare i gamberoni. 


dodici gamberoni (freschi o surgelati) – 40 ml di latte di cocco – un cucchiaio olio di semi di arachide – due cucchiai di salsa di soya –rametti di erba cipollina – 1,5 cm  di zenzero – due cucchiai di sciroppo di zucchero di canna – 250 ml di rum

Spelare lo zenzero metterlo nel mixer o nel frullatore con lo zucchero e il rhum. Marinare i gamberoni precendentemente privati del carapace per circa mezz'ora. In una padella grande versare l’olio quando è caldo mettere i gamberi precedentemente salati da ogni lato, far cuocere 2 min da ogni lato e versare il punch. Facendo attenzione fiammeggiare (flambare) i gamberi. Quando la fiamma si sarà spenta. Aggiungere la salsa di soya e il latte di cocco. Abbassare la fiamma e far cuocer per 10 minuti a fuoco medio. Salare pepare e aggiungere l’erba cipollina tagliuzzata. Servire.
per quattro persone  

FUSILLI PISELLI, BACON E PANNA

Un piatto poco dietetico, ma buonissimo e con le verdure di stagione. Tira su il morale ed è pronto in un attimo... e insomma, quando ci vuole ci vuole. 

400 g di fusilli - quattro cipollotti - mezzo chilo di piselli freschi (vanno bene anche quelli congelati) - 100 g di bacon (va bene anche la pancetta affumicata a fette) - 200 ml di panna - un pizzico di zafferano - due cucchiai di olio - sale pepe

Portare ad ebollizione abbondante acqua. Sgranare i piselli. Pulire i cipollotti, affettarli finemente, compresa la parte verde. Soffriggere i cipollotti nell'olio, giusto il tempo che appassiscano, unire il bacon tagliato a fettine e abbassare la fiamma, far cuocere finché non è traslucido. Unire i piselli e mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta, cuocere per cinque minuti. Unire la panna e lo zafferano diluito in pochissima acqua, salare e pepare. Cuocere la pasta per il tempo indicato sulla confezione. Scolare, mettere in un piatto di servizio condire con il sugo e servire immediatamente. Inl caso il sugo fosse troppo spesso unire ancora un po' di acqua di cottura della pasta.
per quattro persone

mercoledì 10 aprile 2013

WHITE RUSSIAN - COCKTAIL CON PANNA E LIQUORE AL CAFFE'

Black Russian, White Russian due versioni di un cocktail degli anni quaranta che è tornato di moda dopo che uno dei protagonisti de "Il grande Lebowsky" l'ha scelto come drink d'elezione. Si chiama così non perché sia di origini russe, ma semplicemente perché è a base di Vodka. Un cocktail semplice, ideale per il dopo cena. La differenza tra il Black e il White sta semplicemente nella presenza di latte o panna nel secondo, e siccome questa settimana il racconto era a "base" di latte ho scelto il White.

50 ml di Vodka - 20 - ml di liquore al caffè (Borghetti o Kaluha) - 30 ml di panna o latte intero - ghiaccio

In un bicchiere da whisky, quelli a forma cilindrica con fondo pesante, mettere il ghiaccio, la Vodka e il liquore al caffé, versare la panna o il latte e mescolare bene. Si può servire anche senza mescolare, montando leggermente la panna e facendola scivolare su un cucchiaino in modo che vada a riposare sopra i liquori per un effetto bianco e nero molto carino.
per un bicchiere

martedì 9 aprile 2013

IL SOTTILE GUSTO DEL PROIBITO


Il mare della mia infanzia 

La prima volta che l’ho vista era seduta su un morbido cuscino blu, i capelli biondi stavano piantati ritti sulla testa come paglia estiva e gli occhi blu cobalto scintillavano di piacere. In una mano aveva da bere, nell’altra stringeva un oggetto che non avrebbe mollato per i successivi tre anni. A pensarci bene quell’oggetto non l’ha mai abbandonata, ha assunto forme diverse ma è sempre stato presente tra le sue dita sottili. Un libro, si trattava di un libro con le pagine attaccate dall'umidità, incollate e strappate e per quel motivo era finito nelle nostre mani. Seduta sul cuscino sorrideva, come ha sempre sorriso nel corso della sua vita. Pura luce. Io, beh io, ero quella di sempre: i miei occhi scuri risaltavano sulla pelle olivastra, i miei quattro spaghi neri facevano capolino da un cappellino bianco. Seduta su un alto cuscino blu ero pura notte. Allungavo la mano verso la sua, quella che teneva stretto il biberon pieno di latte. Già perché la prima volta che ho visto Lea avevamo circa sei mesi, settimana più settimana meno. Lei scuoteva il biberon e io tentavo di afferrarlo, quella volta ci sono riuscita. Di solito mi passava il ciuccio e, a pensarci bene, le prime cose che ci siamo scambiate sono state le nostre salive. A tredici anni ci saremmo scambiate le sigarette, a sedici la prima canna, a diciotto la bottiglia di birra. Oggi, oggi bicchieri di vino bianco ghiacciato durante i nostri aperitivi. In quel momento, però, solo morigeratissimo latte. D’altronde a quell’età non potevamo fare a meno di sorridere e bere latte, era quello il nostro lavoro. No, forse c’era altro. Dovevamo apparire carine per inorgoglire il mondo che ruotava intorno a noi. A pensarci bene non è questione di età, apparire carine è quello che le ragazze devono fare per tutta la vita. Il ciuccio era volato nella mia bocca e me lo stavo gustando come se fosse una caramella squisita. Alternavo ciucciate di latte e di caucciù, mentre lei strappava meticolosamente le pagine muffite dal vecchio libro. Mia nonna ci lasciava fare, chiacchierava con l'altra nonna senza nemmeno degnare di uno sguardo il ciuccio espropriato e nemmeno il libro oramai coriandolo. Con mia somma soddisfazione godevo come una pazza di quell'occasione paradisiaca. A rompere la magia del momento era arrivata mia madre, accortasi di quello che avevo in bocca si era precipitata a togliermelo, nella voce una sfumatura neppure troppo vaga di disapprovazione “Naviezafferano, no!”. Ovviamente non mi chiamo Naviezafferano, tutto attaccato, senza pausa, mia madre aveva usato il mio nome. Mia mamma, con precisione teutonica aveva  sciacquato il ciuccio sotto l'acqua del rubinetto e lo aveva restituito alla legittima proprietaria. Io avevo cominciato a piangere. Adoravo il ciuccio, ma era qualcosa di proibitissimo a casa mia. Una delle regole non scritte che si dovevano rispettare, come non prendermi in braccio se avevi il raffreddore o metterti una mascherina se solo avevi il sospetto di un’alterazione bacillare. Temutissime epidemie e malattie sconosciute potevano volare dalla bocca di chiunque mi tenesse tra le braccia. Anche il ciuccio era temuto come veicolo ricco di pericolosissimi batteri mortalmente letali. Come se avesse capito, la mia amica da quel momento in poi mi avrebbe passato il ciuccio in qualsiasi momento, ovviamente assicurandosi che mia madre non fosse nei dintorni. Naturalmente, anche il biberon pieno di latte e biscotti Plasmon era un oggetto di cui diffidare. E anche il biberon finiva spesso nella mia bocca, la mia amica me lo passava quando mia madre era distratta e se lo riprendeva non appena girava la testa. Femmina astuta. Forse, se ho un dente storto lo devo a queste frequenti passeggiate estemporanee con un ciuccio non mio. Mia madre si è sempre chiesta il perché avessi un dente leggermente disassato pur non avendo mai usato il ciuccio. 

domenica 7 aprile 2013

NUOVO LAYOUT

Eccomi qui, sono il blog in veste rinnovata. Sono diventato un po' più chic ed elegante, ma la foto è rimasta la stessa perché, come gli umani, ci si può rinnovare ma la la sostanza non cambia. Spero di piacere ai miei vecchi lettori e anche ai nuovi. Aspetto i vostri commenti. Buona Domenica a tutti. 

giovedì 4 aprile 2013

THE VESPER, IL MARTINI PERSONALE DI BOND, JAMES BOND

Visto che il racconto di ieri aveva per protagonista un gangster per equilibrare parleremo di un uomo di legge, benché speciale. Perché per ogni gangster c'è un poliziotto, un uomo di legge o un agente segreto che lo contrasta e lo rende, presto o tardi, un galeotto. Ce ne sono di famosissimi, che hanno incastrato fior di deliquenti con la tenacia o semplicemente con un colpo di fortuna. Ce ne sono di veri o di fantasia. "Shaken, not Stirred" direbbe in edizione originale James Bond, tradotto con "Agitato, non mescolato". Il Martini e Bond sono un tutt'uno, è un drink forte, maschio, trasparente e letale. In "Casinò Royale", il romanzo, non il film, Bond da al barman la ricetta del suo drink preferito, che ha inventato personalmente, e che però verrà servito una sola volta per lasciar posto ai Vodka Martini e ai Martini Classici nelle altre sue avventure. Il nome Vesper deriva da una delle tante, magnifiche, Bond Girls.

60 ml di Gordon's Gin (io preferisco il Bombay Sapphire, però) - 20 ml di Vodka (io scelgo Absolut) - 10 ml di Vermuth (vedere il PS sotto per la scelta) - una scorza di limone

Versare i liquori nello shaker dove ci sarà abbondande ghiaccio. Shakerare finché non sarà freddissimo, filtrare e versare in un bicchiere da Champagne, non da Martini. Premere fra le dita la scorza di limone giusto sopra il bicchiere e poi aggiungerla al cocktail. Servire immediatamente.
per una persona che abbia voglia di restare un po' brilla abbastanza a lungo, altrimenti per due

P.S. nell'originale si usava il Vermuth Kina Lillet, che non esiste più. Oggi esiste il Lillet Blanc, più dolce che si può "addomesticare" nel sapore perché sia più simile al Kina Lillet aggiungendo un po' di Angostura. Altrimenti usare un Martini Bianco classico.




Estratto dal romanzo "Casinò Royale":


'A dry martini,' he said. 'One. In a deep champagne goblet.'
'Oui, monsieur.'
'Just a moment. Three measures of Gordon's, one of Vodka, half a measure of Kina Lillet. Shake it very well until it's ice-cold, then add a large thin slice of lemon peel. Got it?'
'Certainly monsieur.' The barman seemed pleased with the idea.
'Gosh, that's certainly a drink,' said Leiter.
Bond laughed. 'When I'm...er...concentrating,' he explained, 'I never have more than one drink before dinner. But I do like that one to be large and very strong and very cold, and very well-made. I hate small portions of anything, particularly when they taste bad. This drink's my own invention. I'm going to patent it when I think of a good name.'

mercoledì 3 aprile 2013

QUATTRO PASSI TRA I PRATI A LAS VEGAS


“’twas betta when the mob was on charge”, traduzione letterale “era meglio quando ce stava la mafia”, mi ha detto Alex e ha aggiunto “lo so, non è una cosa bella da dire, ma è vero, Las Vegas era proprio meglio”. Mentre mi mi parlava, mi guardava nello specchietto retrovisore. Alex faceva, e forse ancora fa, il taxista, e spesso mi ha scarrozzata per la città quando vivevo a Las Vegas. Mi veniva a prendere e mi raccontava della vecchia Vegas, che lui conosceva così bene, mentre mi spostavo da un luogo all'altro per preparare una serie di articoli dedicati alla città. Lui si trovava lì da trentacinque anni. Arrivato da Detroit, dopo essere tornato dal Vietnam, fornito di una Bronze Star Medal, medaglia assegnata dall'esercito americano per atti di eroismo sul campo, e di nient'altro. Allora è salito su un taxi. Non ne è più sceso e conosce la città meglio del bilocale dove vive. I suoi erano i ricordi di una Las Vegas i cui attori principali si chiamavano Frank Sinatra, Dean Martin e venivano insieme a tutto il Rat Pack. "Potevi cenare accanto a loro mentre bevevano whiskey e fumavano sigari grandi come cannoni prima di salire sul palco" raccontava affascinato, mentre mi mostrava i resti del Frontier appena fatto saltare per far posto ad una nuova creatura di vetro e acciaio di Donald Trump. “Lo sai che gli spettacoli erano gratis? Non c’era il teatro chiuso come adesso, tu ti sedevi, cenavi e ti guardavi le Bluebell mezze nude sul palco. E seduto vicino a te c’era Sammy Davis jr. Tutto era quasi gratis, tra le slot machines e i tavoli di Craps. Ti facevano pagare poco la cena perché il vero guadagno veniva dal gioco. Adesso è tutto business per quegli smutandati che vedi lì”. Aveva gli occhi lucidi mentre indicava il turista tipo di Las Vegas: cibattine infradito, bermuda, t-shirt con immancabile scritta “What happens in Vegas, stays in Vegas”, cappelluccio e un bicchiere da un metro, dicasi un metro, di Margarita in mano. Li chiamava proprio smutandati, “Ma lo sai che a Las Vegas una volta c’era la gente in abito da sera o con giacca e cravatta per la strada? Le mance erano migliori.” Diceva tra il mesto e lo schifato mentre mi scaricava davanti al Flamingo, una delle ultime fortezze dei tempi d’oro. Le altre le hanno abbattute per far posto a Casinò più grandi, più belli, più ricchi, più pacchiani, più smutandati, come direbbe Alex. Ti aspetto? Mi ha chiesto. No, se non hai niente da fare entra con me. E felice ha mollato il taxi lì, sullo Strip, in un punto dove sapeva che non avrebbe avuto problemi dalla polizia. Era la prima volta che lo vedevo in piedi, nero, una montagna di morbida, ma solida ciccia, una polo bianca, un pantalone grigio. Elegante. Siamo entrati insieme e mi ha raccontato la storia di uno degli ultimi, se non dell'ultimo, alberghi storici di Las Vegas. Siamo entrati, la strana coppia in un mondo ripieno di strane coppie. 
La leggenda vuole che il Flamingo fosse un posto così elegante che anche gli addetti alle pulizie lavorassero in smoking. Lo ha fondato Benjamin “Bugsy” Siegel (sì, quel gangster), colui che intuì il potenziale di una minuscola cittadina, stazione di cambio cavalli, cresciuta sotto il sole cocente e desolato del deserto. In uno stato dove il gioco d’azzardo e le case chiuse erano legali. Il Flamingo, inaugurato nel 1946, è la vecchia gloria dello Strip. Molto è cambiato dai tempi di Bugsy, mi diceva Alex. Intanto la mafia ha meno potere, sono i manager adesso che gestiscono tutto e un personaggio come Bugsy non avrebbe più posto da queste parti. Se fosse vivo sarebbe emigrato da qualche altra parte, diceva Alex, ma non sapeva dove esattamente. Il Flamingo era davvero bello, Bugsy, Alex lo chiamava proprio per nome, come se lo avesse veramente conosciuto, aveva creato  un piccolo paradiso ad un piano con giardini interni e grande lusso. Stanze e suite erano frequentate dalla crema di Hollywood, della malavita e del bel mondo. Tutto era ovattato, elegante, irreale. La Bugsy Suite, quella dove alloggiava lui quando era in città, e conosciuta anche come Suite Presidenziale, aveva vetri a prova di proiettile e cinque vie di fuga. Bugsy era ossessionato dalla sicurezza e, come ogni gangster che si rispetti, viveva nel terrore di essere ucciso. "Pensa che invece lo hanno ammazzato a Palm Springs, a casa di Virginia Hill, l'attrice che era la sua fidanzata. Lo hanno imbottito di colpi, il suo corpo era irriconoscibile tanto era pieno di buchi mentre era a letto con lei. Alla faccia delle vie di fuga e dei vetri antiproiettile. Lo ha ucciso una scopata". Mi raccontava queste cose mentre eravamo ad un passo dal cippo che ricorda Bugsy Siegel situato accanto alla cappella per i matrimoninel puro stile diavolo e acqua santa che caratterizza questa città. Matrimonio col gangster, alcune coppie si fanno fotografare col busto di Bugsy che non assomiglia per niente a Warren Beatty, protagonista dell'omonimo film. Matrimonio e Bugsy, anacronismi immersi in un parco fantastico, quasi magico. Alex mi mostrava le piante rare, le fontane, i laghetti, i magnifici uccelli più o meno rari nel cuore del cubo di cemento che formava le stanze dell'albergo. Nei prati passeggiavano fenicotteri rosa, i flamingos simbolo dell’albergo, ibis cari agli antichi egizi, anatre di ogni tipo, rarissime varietà di cigni. C'era un silenzio irreale mentre Alex chiudeva gli occhi e inspirava il profumo dei fiori passeggiando sul ponticello giapponese. Sotto, le anatre sguazzavano intorno alle ninfee, starnazzavano, forse prendendosi gioco della strana coppia che attraversava il loro stagno. Silenzio bucolico e perfetto, irreale se si pensa che pochi metri fuori camminava un fiume di persone e scorreva il traffico indiavolato dello Strip. Per un istante mi sono dimenticata di essere a Las Vegas ed ho ascoltato le cascatelle d’acqua gorgogliare tra le piante; Alex e io ci siamo seduti su una panchina, abbiamo guardato il quadretto romantico degli immancabili sposi in posa per il fotografo e abbiamo teso l’orecchio per riconoscere il richiamo di un uccello. Alex era un appassionato di ornitologia e in pochi minuti mi ha nominato specie di cui ignoravo il nome, per non parlare dell'esistenza. Dopo esserci goduti questo attimo di quiete ed essere passati a salutare il vecchio Bugsy, davanti alla cappella dei matrimoni, la strana coppia è tornata al suo taxi e al caos indiavolato dello Strip.