mercoledì 15 gennaio 2014

REQUIEM PER IL CANE DELLE NEVI

Incontri sulla pista da fondo 
Come chi segue il blog sa, sono una pessima sciatrice, un'ottima nuotatrice e una discreta runner, una corritrice, un corridore, che dir si voglia barrate la casella che preferite. So anche giocare a tennis, andare in bicicletta e ballare. Non faccio tutte queste cose insieme, ovviamente. Una alla volta, e ci mancherebbe altro, a volte però riesco a sciar e nuotare in contemporanea. Questo avviene nelle rare occasioni, e garantisco rare, in cui perdo il controllo degli sci e mi precipito a velocità supersonica verso valle, di solito sulla schiena, il sedere o la pancia, da qui nasce la nuova disciplina il nuotsci. La praticano in molti, ma il Cane delle Nevi ne ha fatto un'arte. Devo ammettere, la montagna mi piace parecchio e quindi quando posso mi avventuro sulle cime innevate. Per chi lo ingnorasse e non avesse seguito il blog dagli inizi comunico che il mio soprannome sulle piste è il Cane delle Nevi. Le avventure di quest'ultimo sono state narrate in diversi episodi. Forse, dico solo forse, queste meravigliose storie non avranno più seguito. Il Cane delle Nevi ha scoperto lo sci di fondo e sta meditando di abbandonare quello di discesa. Ebbene sì, è stato folgorato sulla via di Megève,  si può correre con gli sci ai piedi, mettere un piede davanti all'altro, scivolando allegramente e muovendosi come ci si muove sulla terra ferma e senza doversi scapicollare giù per ripidi e impervi pendii. Una meraviglia, vera. Il silenzio, l'aria fina, la pace e il panorama. Una sensazione di comunione con la natura accentuata dal ritmo del respiro, a tratti irregolare per la fatica, che accompagna ogni passo. L'unione dell'essere umano con la natura, oooops del Cane delle Nevi volevo dire. Quello stesso Cane che segue il passo, che volteggia, si inerpica, sorride, morbido, rilassato, felice. Dimentico di ogni cosa, delle gobbe sulla neve fresca all'inizio del Ciampinoi, dei lastroni di ghiaccio sulla Sasslong, della discesa a picco dell Gran Risa, soprattutto del pazzo sciatore della domenica, ancora più imbranato del nostro amato Cane, che sfrecciando convinto della propria abilità sui legni, cerca di lamare in loco lo sci destro della sventurata. Senza il terrore che il folle snowboarder, attrezzato, esperto, giovane ed esuberante crei quella gobbetta così odiosa per le gambe dure e poco mobili del nostro eroe canino. Il Cane ora sfreccia, scivola e sorride. Unico neo? I panorami degli anelli di fondo non hanno la stessa varietà di quelli delle piste da discesa. Morale? Purtroppo, vi toccherà assistere alle misere evoluzioni del vostro amato Cane. Solo ogni tanto però.

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