mercoledì 5 marzo 2014

LO STRANO DILEMMA DEL CANE DELLE NEVI SULLE PIPI' MONTANE

Swish, swish fanno gli sci sulla neve fresca. Ogni tanto uno scrac segnala la presenza di neve un po' più dura. C'è molto silenzio sulle vette innevate, tanto da essere quasi rumoroso. Il Cane sfrutta l'occasione delle piste quasi deserte, la tranquilla discesa protetta dalla nebbia bassa che nasconde i difetti di una sciatrice volenterosa ma non eccelsa. Decisamente la neve non è il suo elemento. Non si arrende mai, però. Anche se gli sci che ha affittato sono troppo nervosi e accelerano quando meno se lo aspetta. Persino quando l'altitudine, al di sopra dei 2000 metri, si sente e il fiato si fa corto, lo sforzo più intenso. Lo scarpone destro taglia in due la tibia, fitte di dolore bianco le appannano il cervello a tratti. No, decisamente sciare è uno sport troppo complicato, con il suo armamentario di calzamaglie, calzettoni, pile leggero, pile pesante, giaccone, pantalone, cappello, guanti, occhiali da sole, da nebbia, da neve, da vattelapesca cosa, sciarpa o foulard, crema protettiva, crema anti freddo, burro cacao con fattore di protezione alto, scarponi, sci, racchette, attacchi che non si attaccano, funivie, seggiovie, ovovie, rari skilifit, code. Per non parlare del momento infernale, l'apice di una giornata sciistica: la pipì. Sciare è uno sport e durante l'attività fisica, ma anche prima, è necessario bere. Tanti liquidi che possono essere acqua, the, succhi di frutta, ma anche zuppe, minestre o verdura. I liquidi introdotti devono uscire, sotto forma di sudore, piuttosto scarso visto le temperature rigide delle montagne, o in forma di pipì. Gli uomini non hanno problemi, anche armati di scarponi, pantaloni, calzamaglie, biancheria intima, riescono con insolita agilità ad esprimersi al loro meglio. In bagno o, orrore, in pista. Non è una rarità vedere un uomo che girato di schiena a bordo pista scioglie la neve, sappiamo tutti con cosa. A volte il Cane teme che quegli episodi, neanche tanto infrequenti, possano stimolare il distacco di una piccola valanga. La maggior parte dei maschi comunque usa i bagni, e anche lì per loro l'operazione è facile. Entrano, si mettono davanti all'orinatoio e via! In pochi secondi l'operazione è conclusa. Parliamo di quello che accade a una sciatrice. Prima di tutto la coda, nei bagni delle donne c'è sempre coda. E il motivo c'è, si capirà tra poco. Armata di pazienza e assoluto controllo del proprio corpo, perché quando scappa, scappa, e bisogna concentrarsi per evitare di farla mentre la coda si assottiglia con la velocità di una lumaca ubriaca. Capita a volte di guardare male una povera creatura di quattro anni, accompagnata dalla mamma, una in più in coda. Accidenti. Una volta conquistata la postazione e scoperto che il bagno non è di quelli con la turca, sospiro di sollievo almeno per quanto riguarda il Cane (meriterebbe una divagazione il gabinetto alla turca), ci si appresta all'operazione. Il Cane ripete a memoria l'operazione: slaccia il pantalone, abbassalo, fai la stessa cosa con la calzamaglia, ripeti con la mutandina, ok, una corrente gelata ti accarezza le terga, guarda il gabinetto, devi capire dov'è il centro, mai e poi mai ti siederai, la mamma ti ha insegnato che si possono prendere le malattie nei bagni pubblici, ok, controllata la posizione, ti appresti ad effettuare quanto necessario, con l'aggravante degli scarponi. Parliamo degli scarponi che ti tengono in una posizione innaturale, piegata sulle gambe, leggermente avanzata, parliamo degli scarponi che ingombrano tutto il metro quadrato a disposizione, pariliamo di quesgli oggetti mastodontici che ti impediscono di fare pipì in pace. Devi stare in piedi sul gabinetto, centrarlo e stare attenta a non cadere in avanti. Facile, soprattutto. In aggiunta, il giaccone ti fa apparire Neil Armstrong mentre sbarca sulla luna con la stessa agilità di movimenti e ti impedisce di vedere quello che accade più sotto. Una volta controllato tutto, è necessario stare attentissima a non fare danni nel bagno centrando la tazza mentre sei in bilico, poi bisogna controllare il flusso, altrimenti finisce dove non deve finire, e non si tratta del pavimento del bagno. L'operazione carta si fa complicata, bisogna srotolarla, perché il pezzetto che tu vorresti sembra essere particolramente affezionato al rotolo madre, non si srotola, non si schioda, non si scolla, vuole restare dov'è al calduccio vicino agli altri pezzi di carta. Tutto questo sempre in bilico sulle gambe che calzano scarponi, avvolte da un spesso strato di calzamaglia, pantalone, mutandina, con il giaccone, nel quale hai messo i guanti, il cappello, gli occhiali e sembri l'Omino Michelin alle prese con un piegamento. Di solito in questa fase si è anche cominciato a sudare, benché spesso i bagni non siano riscaldati e la parte di carne esposta ha già i geloni. Terminata l'operazione è ora di tirare di nuovo su l'armamentario: pantalone, calzamaglia, mutandina, non in quest'ordine. Questo più volte al giorno, dipende da quanto uno beve.
Mentre effettua la nuova vestizione il Cane delle Nevi si soprende a pensare alla semplicità di una giornata al mare.

P.S. Capito perché c'è coda nei bagni delle donne?

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