martedì 28 maggio 2013

NEW YORK STATE OF MIND - METTI UNA SERA A CENA

Dietro al Bancone di Prune
Chi segue il blog sa che ho un gruppo di amiche denominato "leGalline". Siamo un po' distratte, vagamente fulminate, allegre il giusto, molto ironiche e auto ironiche, e ci mancherebbe altro con i disastri che riusciamo a combinare. Io, tra l'altro, sono quella che vive pericolosamente perché cado spesso e altrettanto sovente gli oggetti mi vengono addosso provocandomi lividi, contusioni e feritine varie. Le "leGalline" sono ormai abituate a questo fenomeno paranormale di oggetti che si spostano verso di me e le ironie si sprecano. I nostri amici e compagni sono rassegnati alla convivenza con persone che vivono in un mondo loro, costantemente invaso da una nebbia inebriante che permette di sorridere agli errori decisamente numerosi. Tutto questo per introdurvi alla storia di oggi. Quella che segue è cio che in ambito "leGalline" definiremmo una Gallinata o storia tipicamente aviaria, cioè solo nostra. Insomma, un piccolo disastro.
Tutto inizia quando "laGallina Zafferana", cioè io, atterra a New York.

Ci sono dei ristoranti dove la Zafferana ama andare a mangiare, ce ne sono altri dove le piace guardare il panorama, fauna, flora o cemento che sia, altri ancora dove va perché si sente a casa. A New York è difficile affezionarsi ad un posto, ci sono i ristoranti alla moda e i ristoranti storici. Ci sono poi quelli neonati che magari fra una ventina d'anni entreranno negli annali come classici, oppure posti favolosi che durano lo spazio di una fumata di sigaretta. La Zafferana non è razzista, la piace frequentarli tutti, senza esclusione.  Li ama, li detesta, li rifrequenta, li stronca, ci manda gli amici con la stesso entusiasmo. E' sensibile e le viene il magone quando un ristorante a cui era affezionata chiude, le sembra che un pezzo di lei sparisca per non tornare più, ne fa quasi una malattia. Poi però, bisogna dirlo, è un po' fedifraga, non appena ne conosce uno nuovo trasforma il magone in innamoramento ed è pronta a sposare il luogo con tutti i crismi, finché morte non li separi. Allora inizia una storia d'amore di cui non è gelosa e vuole condividere col mondo. La Zafferana è generosa.
A New York è sempre difficile scegliere dove mangiare, i giorni sono pochi, i posti infiniti e quando si è innamorati, si sa, si vuole trovare il tempo di incontrare gli amati beni. La Zafferana ha spesso problemi a conciliare amori e tempo.
Questa volta la Zafferana aveva le idee chiarissime: almeno una sera doveva andare a cena da Prune, non si poteva sgarrare. Prune è un posto minuscolo con un arredamento semplice e delizioso, un po' bistrot parigino, un po' bar newyorchese, con uno chef donna in cucina e un indirizzo speciale, in bilico tra trasgressione e tradizione. Uno di quei posti dove è essenziale prenotare, perché tutti ci vogliono andare e perché si mangia bene. La fama è dovuta al passaparola, alla gente che ci ha mangiato ed è soddisfatta, ma anche al recentissimo libro autobiografico della chef proprietaria. Se prima era difficile trovare un tavolo, adesso, dopo il libro, è complicatissimo. Non accettano prenotazioni online, solo al telefono e la Zafferana non è così esagerata da telefonare dall'Italia per prenotare. Ha aspettato di essere a New York. In realtà l'addetto alle prenotazioni dei ristoranti non è lei in persona. Quando viaggia la Zafferana prenota i voli, sceglie e riserva gli appartamenti o gli hotel, e con maniacale precisione cerca i posti dove mangiare alla sera. Il resto, le cose da visitare, le prenotazioni dei ristoranti e i posti dove mangiare a mezzogiorno sono compito del Gallo Zafferano, il suo compagno di vita e viaggi. Questa è un'equa spartizione dei compiti, tanto per non far sembrare il loro ménage una dittatura dalle sfumature rosa.
Bene, fin qui tutto chiaro e limpido no? Infatti, la Zafferana ha cominciato a chiedere al Gallo  di prenotare il ristorante il giorno dell'arrivo, quando ha acquisito il nuovo numero di telefono cellulare americano. Il Gallo ha gentilmente annuito e ha continuato a razzolare per la città senza minimamente pensare alla prenotazione. Passa un giorno, passano due, passano tre, il Gallo razzola placido, la Zafferana starnazza nervosetta, ma senza risultato. Finalmente il venerdì sera il Gallo si decide e chiede il numero di telefono alla Zafferana. La Zafferana prende la guida dei ristoranti e cerca il nome di Prune, diligente e precisa detta il numero. Il Gallo prenota con calma olimpica scandisce il nome per la prenotazione, specifica l'ora e riattacca. Sorride, abbiamo un tavolo. In effetti la Zafferana è particolarmente ben impressionata dal potere del Gallo, "davvereo ci sei riuscito?". Il Gallo è stato in grado di trovare posto nel ristorante ventiquattro ore prima, in un luogo dove le code si sprecano, e di sabato sera per di più. Che uomo di abilità sublime, che Gallo di mondo, che cavaliere senza macchia. Evviva.
Sabato sera al tramonto la Zafferana in ghingheri un po' casual e il Gallo in elegante pantalone adatto al sabato sera si sono avventurati nel East Village, ex quartiere in bilico tra borderline e moda. Si sono presentati un po' in anticipo sull'orario di di prenotazione. Quella che segue è la conversazione originale, ovviamente tradotta.
"Buonasera" sorriso aperto, ma un po' duro, tipico delle signore che accolgono gli ospiti nei ristoranti.
"Buonasera, abbiamo una prenotazione. Gallina Zafferana"
"Che nome?"
"Zafferana, Gallina"
"Per che ora?"sguardo perplesso all'elenco delle prenotazioni
"19.30"
"Mmmmm, no non mi pare"
"Come non le pare? Ho telefonato. Ieri" il Gallo è deciso.
"Ieri" stupore negli occhi, che poi si stringono in una fessura un filo sospettosa "A che ora?"
"Tardo pomeriggio. Guardi qua" il Gallo porge il cellulare con grazia e numero di telefono chiamato in bella vista. Un professionista dell'"entro nel tuo locale che tu lo voglia o no".
Signora dell'accoglienza che guarda il numero. Scuote la testa.
"Non è il nostro numero"
E compone sulla tastiera il numero di telefono che il Gallo ha composto il giorno prima. Rispondono dall'altra parte, lei si informa. Il ristorante si chiama Primola, si trova Uptwon, dall'altra parte della città, fa cucina italiana. La Signora ha il buon gusto di non chiedere se c'è una prenotazione a nome Zafferana. Riattacca. Si gira e in tono sorridente ma deciso dice "Non ho posto", mostrando il ristorante pieno di gente che gozzoviglia, mangia, beve e, la Zafferana lo sente, si fa beffe di loro. Il Gallo guarda la Zafferana e i suoi occhi dicono "Hai fatto una gallinata" avvolti da un misto di severa tenerezza e vago rimprovero.
Miss Accoglienza vede le loro facce. Le facce di due bambini a cui hanno portato via la tavoletta di cioccolata mentre la mangiavano, le caramelle mentre le succhiavano e un giocattolo mentre ci giocavano. E' una virago, un po' spigolosa nonostante la taglia morbida, ma si intenerisce vistosamente. Le fanno un po' pena quei due che compogono numeri sbagliati e prenotano ristoranti dove non hanno intenzione di andare.
"Beh, fra un paio d'ore ho posto al bancone" concede.
La Zafferana adora il bancone, adora la signora dell'accoglienza, l'abbraccerebbe.
Primola e Prune  nell'elenco dei ristoranti sono a due righe di distanza. Però, forse è stato meglio cenare da Prune, non foss'altro per l'adorabile serata passata nella postazione al bancone, che fa tanto habitué che sa prenotare il ristorante.
(2- continua)


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