domenica 26 giugno 2011

FESTA IN MATO GROSSO

Era novembre, il cielo era di un grigio chiaro sfumato di bianco, l'umidità era palpabile, nel senso che la si poteva toccare con mano sui corpi e sulle cose. Faceva talmente caldo che sembrava di essere stati inseriti nella vaporiera della mia vicina di casa. Dimenticavo, era quasi estate nel paese dove non esistono le mezze stagioni, ma dove ci sono solo diversi tipi di caldo, più umido, meno umido, piovoso, secco. Soprattutto in quella zona, che vi ho già presentato per raccontarvi di un serpentello birichino nella mia veranda, insomma in Mato Grosso.
Era domenica, ma non era una domenica come le altre, tutti avevamo contribuito ad organizzare un churrasco, una grigliata, favolosa sotto un magnifico albero. C'era ogni prelibatezza disponibile sul mercato e non era davvero poco. In lontananza i campi di canna da zucchero coloravano il paesaggio di varie tonalità di verde, nelle nostre mani bicchieri pieni di ghiaccio, lime e cachaça. La Caipirinha scorreva a fiumi, mentre passavano i vassoi colmi pao de queijo caldo, pane tagliato rusticamente e salsicce. Pane e salsiccia. Fantastico. Poi birra, tanta birra, centinaia di bottiglie di birra a mollo dentro enormi fusti di plastica stracolmi di ghiaccio e, poi, ancora birra, come esige una una giornata di caldo tropicale. Una griglia grossa come un tavolo da ping-pong fumava e sfrigolava, carne di ogni taglio condita solo con sale si preparava ad essere divorata voracemente da una quarantina di bocche. Il tasso alcolico saliva grazie alle abbondanti libagioni e al caldo umido che ci allietava, le voci diventavano sempre più rumorose, sempre più acute, sempre più allegre. Nel vociare generale giravano i vassoi stracolmi di carne, manioca fritta e bollita, patate arrosto, insalata, pollo e banana fritta, tra le chiacchiere e i commenti passavano le ore. La musica di sottofondo era il forrò classico, una musica popolare e campagnola, d'altronde ci trovavamo in piena campagna in una gigantesca fazenda che produce canna da zucchero. Accompagnavano la musica di uno stereo tre percussionisti e due chitarristi, di cui uno, più che suonare, alzava il gomito. Alla fine sarà talmente sbronzo che si addormenterà in un angolo, nonostante il rumore assordante. Come in ogni churrasco che si rispetti, altrimenti non sarebbe un churrasco brasiliano, passava l'ananas grigliato o al  naturale. Mentre addentavo allegramente più fette di ananas in contemporanea, ero effettivamente un po' alterata dall'acool, da non so dove è spuntato un mazzo di fiori con fiocco enorme e una torta con candeline. Qualcuno aveva scoperto che era il mio compleanno, nessuno sapeva della ricorrenza tranne mio marito e un nostro amico di vecchia data, il quale ha confessato tempo dopo di aver svelato l'arcano dieci minuti prima che arrivassero torta e regalo. I negozi alla domenica erano chiusi e ancora oggi mi chiedo come abbiano fatto a procurarsi tutto quanto in meno di dieci minuti. I percussionisti e i chitarristi  iniziano a suonare ad intonare "Tanti Auguri" seguiti da tutti, ma proprio tutti. Tanto vale dirlo, mi sono commossa fino alle lacrime. Trovandoci in Brasile dopo pochi istanti sono iniziate le danze, lo stereo  lanciato al massimo e via di forrò, samba, axé tutti i ritmi più pop che più pop non si può. Caldo o non caldo, ballerino o non ballerino eravamo tutti lì a darci dentro, praticamente sull'aia, nella polvere rossa. Di colpo lo stereo è ammutolito, la corrente è saltata, come succede spesso da quelle parti. Aspettiamo. Nulla. Qualcuno prova a far partire un generatore, ma non fornisce elettricità per la zona della festa. Niente, eravamo quasi delusi e rassegnati alla fine della festa. All'improvviso i percussionisti sono entrati in uno stanzone che era stato approntato in caso di pioggia, hanno messo i loro strumenti in un angolo e hanno cominciato a suonare. Nella stanza rimbombavano percussioni africane, tam tam tribali che piano, piano diventavano sambe molto brasiliane, il chitarrista ancora semi-sobrio accompagnava, l'altro ci dava dentro come se fosse stata l'ultima volta che suonava. L'acustica era lungi dall'essere perfetta, ma chissene importa. Tutti, ma proprio tutti anche il più imbranato, hanno cominciato a sambare neanche fosse febbraio e ci trovassimo nel sambodromo di Rio. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a ballare come forsennati. Verso le sei di sera era quasi buio ed esausti siamo usciti sull'aia. Pioveva da almeno un'ora ma nessuno se n'era accorto.

BISTECCHINE SPECIALI

Visto che nel racconto si parla di carne ed ananas propongo una ricetta che li contiene tutti e due. In Brasile l'ananas grigliato, oppure semplicemente tagliato a fette, viene servito alla chiusura di un churrasco, decretando la fine della mangiata, perché il frutto aiuta a metabolizzare le proteine della carne. Da qui la credenza che l'ananas faccia dimagrire, in realtà aiuta a digerire.

4 bracioline di manzo - 4 fette di ananas fresco - sale pepe

Per la salsa: 2 pomodori freschi - mezza cipolla - qualche foglia di menta - tabasco - sale

Preparare la salsa: mettere i pomodori in acqua bollente per un minuto, tuffarli nell'acqua fredda e spellarli, togliere i semi. Tagliarli a dadini piccolissimi e batterli col coltello per ottenere una salsina un po' rustica, aggiungere la cipolla tritata fine, la menta tagliuzzata, il  tabasco a piacere, salare e mescolare bene. Lasciar riposare mezz'ora. Mettere le braciole e l'ananas sulla griglia e cuocerli per circa 5 minuti per lato (anche di più se preferite la carne più cotta, ma non esagerate se non volete mangiare suola di scarpa insaporita). Salare e pepare entrambi. Sevire le braciole con sopra l'ananas e un po' di salsa piccante.
per quattro persone

3 commenti:

  1. Ce l'ho fatta!!!!!!!
    Bravissima. Bellissimo.
    ......Naturalmente, per essere in tema, le lacrime erano di coccodrillo......

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  2. bravo mario! complimenti per lo sforzo tecnologico ;-). naturalmente, le lacrime erano di jacaré il coccodrillo locale. ;-)

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