lunedì 11 aprile 2011

LA TONNARA DELLA DOMENICA

fotofrog
Una domenica di luglio, il mare è una lastra immobile blu scuro, il sole accecante in un cielo azzurro intenso. Calma piatta, solo una cicala rompe il silenzio perfetto della macchia mediterranea. Profumo di mare e terra arida nell'aria. Più sotto la tonnara di Scopello. Noi siamo pronti a scendere il sentiero per goderci una giornata sulla spiaggia. Soli, noi quattro e il niente. Giornata perfetta. In teoria. In pratica la strada sopra alla tonnara è ingombra di ogni tipo di automezzo leggero e pesante, diportisti domenicali muniti di salvagente, canotto, braccioli "tienimi a galla", borse frigo, ghiacciaie, bibite, panini. Tutti si calano giù per il sentiero.  Panico da folla, ma oramai siamo arrivati fino a qui, inutile rinunciare. La situazione bordo mare è disastrosa, corpi unti e sudati uno accanto all'altro come acciughe in una scatola. Che si fa? Idea! Affittiamo il moscone, per tutto il giorno, e ci sbattiamo a mollo per i fatti nostri. Un genio, anzi quattro. Guardiamo tutti gli sdraiati agitati con un aria di sufficienza. Passiamo la giornata a tuffarci, nuotare, chiacchierare. Magnifico. Al tramonto, quando tutti hanno cominciato a fare i bagagli noi approdiamo sulla spiaggia col nostro moscone carenato e terminiamo la giornata in quasi beata solitudine. Poi, piano piano, risaliamo soddisfatti verso l'auto parcheggiata. La folla è in fuga, una lunga colonna di macchine si avvia verso la strada principale. Noi sorridiamo, sempre un po' superiori, quando andremo via noi la coda non ci sarà più. Un genio, anzi quattro.
"Mi dai le chiavi della macchina?" mi dice il mio ragazzo, il genio numero uno.
"Certo" rispondo, genio anch'io. Infilo la mano nella borsa, ma la chiave non la trovo. Le hai tu, sentenzio. "Dove pensi possa averle messe, visto che ho solo la T-shirt e il costume? " risponde lui.
Comincia la frenetica ricerca delle chiavi, svuotiamo lo svuotabile: tasche, asciugamani, scarpe, borse. Ispezioniamo ogni centimetro sotto e di fianco alla macchina. Niente da fare, le chiavi non ci sono. Fiduciosi scendiamo lungo il sentiero, le abbiamo senz'altro perse lì. Non vengono fuori né lungo il sentiero, né alla tonnara, né al bar della tonnara. "Forse le abbiamo perse" dice la mia amica, Genio Tre.  Davvero? Poi il mio personale genio, il mio ragazzo, ci guarda e dice "Adesso mi ricordo" e noi tutti in coro "Le hai chiuse in macchina" "No, le ho messe nella taschina del costume da bagno". Orrore, davanti ai nostri occhi scorre l'immagine delle chiavi che dondolano nella risacca sotto lo sguardo stravolto di un sarago affamato. Il peggio deve ancora arrivare, tornati sulla strada la rivelazione; c'è il bloccasterzo inserito. Il guidatore, sempre il mio ragazzo è contrito. Noi lo guardiamo disarmati.  Non si può rompere il vetro e fare contatto per accendere il motore come i ladri d'auto, come vorrebbe uno della folla che si è radunata attorno a noi. Cominciano a volare suggerimenti e soluzioni impraticabili. Dopo un po' la folla si stufa e ci abbandona al nostro destino.
I tempi della telefonia cellulare di massa erano alle  porte, ma quel giorno la tecnologia era ferma al telefono fisso. I due geni maschi decidono di andare a telefonare al bar più vicino. Vogliono un carro attrezzi che ci riporti a casa. Saltano su un'auto di passaggio. Dopo una mezz'ora tornano sull'auto del padrone del bar che rientra a casa dopo aver chiuso. "L'avete trovato il carro attrezzi?". Ci guardano soddisfatti "Ne abbiamo chiamati tre". Tre? Tre. Il fidanzato della mia amica, il genio che chiude il cerchio, siciliano doc, sostiene che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. "Siamo in Sicilia, se ti danno un orario preciso non è detto che vengano. Se ti dicono forse, non arriveranno mai e quelli forse hanno detto". Quindi la probabilità che ne arrivi uno su tre è una buona media. Cala la notte, si svuota la strada, passano le ore e del carro attrezzi nemmeno l'ombra. Il paesaggio di fa inquietante e solitario, ora sì il silenzio rimbomba nelle nostre orecchie. La notte è oramai fonda. Siamo quasi disperati, pronti a chiedere ospitalità all'unica casa che vediamo con le luci accese molto sopra di noi. Quando due fari bucano la notte fitta. Piano piano riusciamo a distinguere la sagoma di un camioncino adatto al trasporto auto. Esultiamo. Si ferma accanto a noi e comincia le operazioni di carico. Dalla stessa direzione da cui è arrivato si avvicinano altri due fari che rompono la notte un po' meno fitta, ora. Un altro camioncino atto al trasporto automezzi si ferma dietro al primo. Due su tre, è una bella media. Come abbiamo deciso quale dei due avrebbe avuto l'onore di trasportare quattro geni in contemporanea? Semplice, il primo arrivato, che era l'ultimo ad essere stato chiamato, ha preso il lavoro. Il secondo ha preso un bel centomila lire (cinquanta euro circa) per il disturbo. Con qualche difficoltà e l'aiuto dell'altro carrattrezzista abbiamo caricato la macchina e siamo partiti alla volta di casa. Due geni davanti e due geni sopra l'auto che il nostro eroe salvatore aveva aperto senza rompere il vetro. Nonostante il fastidioso lampeggiante arancione fosse in funzione, al bivio in fondo alla strada abbiamo visto fermo ad uno stop un carro attrezzi. Sembra che tre su tre sia una media eccezionale.

BISTECCHINE DI TONNO IN SALSA DI AGRUMI


4 fette di tonno fresco - 40 ml di vino bianco - 1 arancia succo e scorza  a julienne- 1 limone succo e scorza a julienne - 1 spicchio d'aglio - 2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva - timo - sale pepe

In una padella far scaldare l'olio e far imbiondire l'aglio. Toglierlo. Versare il vino e far evaporare, poi il succo dell'arancia e del limone e far cuocere qualche minuto, salare e pepare, aggiungere le scorzette tagliate a bastoncini julienne e portare a cottura, è pronta quando la salsa avrà assunto una consistenza sciropposa. Nel frattempo cuocere alla griglia o alla piastra il tonno con qualche rametto di timo, la carne deve restare rosata all'interno. Mettere un po' di salsa su ognuna delle bistecchine e servire.
per quattro persone







4 commenti:

  1. fortissima, Louise... sei una splendida cuoca e una spiritosissima narratrice.
    Baciotti e bonne journée

    RispondiElimina
  2. grazie thelma, ti cucinerò una cena sopraffina narrandoti le mille e una notte. ;-)

    RispondiElimina
  3. Magia delle magie! Mi pareva di essere lì a fare il genio anch'io con voi,in quegli anni lontani senza telefoni cellulari, che visti da qui sembrano anche passabili.

    E finalmente a coronare il tutto la salsina all'arancia che provavo a inventare senza riuscire mai ad azzeccarci...

    RispondiElimina